Catanzaro. Pino Caminiti, presidente dell’assemblea regionale del Partito Democratico, non ci sta e lo rivendica a chiare lettere: il segretario nazionale Pierluigi Bersani non avrebbe dovuto commissariare il partito in Calabria. A riprova della contrarietà rispetto al provvedimento assunto dal vertice di Largo del Nazareno, Caminiti ha deciso di confermare la riunione dell’assemblea programmata dalla Direzione regionale per il prossimo 10 luglio. La scelta nasce dal convincimento che il commissariamento altro non è che “un vulnus gravissimo per l’autonomia”. Sono parole che trasudano orgoglio quelle di Caminiti, il quale desidera “che il partito si autodetermini per come è scritto nello Statuto e per come sa fare un partito non subalterno, che ha dignità, rispetto e senso di sé. Potrà darsi che sarò da solo, ma ci andrò lo stesso. Nel corso di questi tre anni il Pd calabrese si è spesso e volentieri diviso e, tuttavia, ha trovato una forte convergenza su una ispirazione di fondo che si è tradotta nell’articolo 1 dello Statuto regionale votato all’unanimità: ha natura federale ed è fondato sull’autonomia politica e programmatica”. A nulla vale, agli occhi di Caminiti, che tutti i big del partito, consapevoli delle macerie lasciate sul terreno dalle elezioni regionali, si siano schierati a favore del commissariamento. Tutti, compreso Franceschini, punto di riferimento nazionale dello stesso presidente dell’assemblea regionale. Caminiti commenta questa posizione dichiarando che “Franceschini probabilmente pensa della Calabria quello che pensano tutti i dirigenti nazionali: che è una cloaca ed il Pd calabrese è un troiaio dove c’è poco da salvare e poco da investire. Tutt’al più va trattato da colonia. E’ una vecchia storia, la storia del Mezzogiorno e delle sue classi dirigenti, subalterne e prone. La Calabria è l’unica regione ad essere commissariata e lo si fa, e qui siamo davvero all’inaccettabile, quando si tiene la direzione regionale che discute sì animatamente, ma alla fine decide in modo unitario il percorso da seguire per uscire dall’empasse: assemblea regionale il 10 luglio, discussione e voto sui documenti politici già depositati. La direzione del 17 giugno, inoltre, si è pronunciata, esplicitamente e per larga parte, contro ogni ipotesi di commissariamento”.
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