Lercara Friddi. Carabinieri recuperano molti oggetti rubati negli ultimi mesi ad Alia

Lercara Friddi (Palermo). Nel corso degli ultimi mesi, ed in particolare tra l’ottobre del 2009 e lo scorso aprile, Alia, un piccolo centro dell’hinterland palermitano, è divenuto bersaglio di “una gang” di sbandati che cominciava a derubare all’interno di abitazioni di privati cittadini, scassinava esercizi commerciali e rapinava da auto in sosta tutto quello che gli sembrasse utile e prezioso.
Veder violato nell’intimo tutto quello che ritieni tuo, genera sicuramente una sensazione di sconforto misto a rabbia ed impotenza; ancor più grave è subire dei furti all’interno della propria abitazione, un luogo che rientra nella sfera dell’intimo, un ambito che notoriamente si ritiene inviolabile.
Gli abitanti di Alia si sono, comunque, sempre dimostrati molto collaborativi e nonostante che denunciare potesse sembrare solo un atto formale, proseguivano quotidianamente a chiedere l’aiuto nel locale comando stazione carabinieri, fiduciosi che fosse l’unica strada da percorrere.
Naturalmente sono stati mesi non facili per gli investigatori che, con difficoltà, hanno provato a contrastare il fenomeno ed a far recuperare nei cittadini la fiducia nelle istituzioni; mesi di duro lavoro e di attesa, nella convinzione che prima o poi i malviventi avrebbero compiuto un passo falso.
Gli investigatori era convinti che gli autori dei reati fossero soggetti del luogo, opinione che nasceva dall’analisi degli eventi, dalla frequenza ridondante e dalla velocità con cui venivano eseguiti i furti; una serie di attente valutazioni che faceva restringere il cerchio su alcuni soggetti, nullafacenti del luogo ed abitudinari del delinquere, sul conto dei quali si puntava l’occhio provando a prevenire per poi eventualmente “curare”.
Nel corso delle ultime ore la vicenda ha subito un’improvvisa evoluzione; un Carabiniere, libero dal servizio, ha notato un soggetto di Alia, C.F. di anni 26, coniugato, nullafacente, incensurato, uscire da una gioielleria di Cerda mentre contava una considerevole cifra di denaro; la cosa lo ha insospettito così tanto da ritenere opportuno approfondire la vicenda. Nelle ore successive è stata effettuata un ispezione all’interno dell’esercizio commerciale accertando che l’aliese aveva consegnato dell’oro, riferendo al gioielliere che si era da poco separato dalla moglie e di volersi disfarsi di quei ricordi scomodi. Nell’analizzare gli oggetti si è notato come corrispondessero ad alcuni di quelli denunciati nel corso dei furti.
Sono stati sequestrati moltissimi monili in oro ma il particolare che più insospettiva gli investigatori era che la fede nuziale consegnata al gioielliere, riportava all’interno inciso la data del matrimonio, un rito celebratosi nel 1988, dati che non potevano in nessun modo corrispondere a quelli del C. F. che a quei tempi aveva solo 4 anni.
Si è ritenuto necessario proseguire l’attività investigativa presso l’abitazione del C. F. ed al termine della perquisizione, durata alcune ore, è stato rinvenuto un numero incredibile di oggetti, circa 200, tutti di dubbia provenienza; nel portafogli del giovane si è notata la somma di 800 euro, cifra di poco superiore a quella consegnatagli dal gioielliere.
Tra gli oggetti, anche una memory card con all’interno delle fotografie di momenti felici che uno dei denuncianti temeva di aver oramai irrimediabilmente perso.
Una fugace analisi degli oggetti in sequestro ha permesso anche di accertare la corrispondenza tra quanto denunciato nel corso degli ultimi mesi e quanto rinvenuto.
Le impronte del C. F. verranno comparate con alcune di quelle presenti sulle scene del delitto; al vaglio degli inquirenti è la posizione del gioielliere di Cerda mentre C.F. è stato già segnalato alla Procura delle Repubblica di Termini Imerese per il reato di ricettazione, ipotesi penale che prevede pene ben più gravi di quelle stabilite per il furto.

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