Polimeni: “Valorizzare la centralità del Parco d’Aspromonte”

Reggio Calabria. “Quanto abbiamo appreso sul censimento e sullo stato di conservazione dei Beni Culturali illustrati dai 37 Sindaci dei Comuni ricadenti nel territorio del Parco Nazionale dell’Aspromonte, ci induce a ricercare azioni e strategie di tutela e valorizzazione di questo importante patrimonio”. Lo afferma il consigliere comunale Enzo Polimeni, il quale, in rappresentanza del Sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Raffa, ha preso parte ad un confronto tra sindaci dei comuni del Parco d‘Aspromonte, svoltosi di recente a Gambarie.
“E’ uno straordinario itinerario culturale e cognitivo, quello che ci viene presentato, che si inserisce nell’anima, nel pensiero e nella cultura mediterranea. Nei secoli si è perfezionato con la delineazione di una complessiva architettura della nostra terra, dove la roccia, la pietra, hanno talvolta ispirato la forma dei templi e delle cattedrali”, ha sottolineato Polimeni nel corso del suo intervento. Il rappresentante del Civico consesso della città capoluogo di provincia ha poi evidenziato la complessità delle problematiche “di ordine culturale che sottendono ad una politica di valorizzazione complessiva, intesa, cioè, come volontà estesa su tutto il territorio aspromontano. Essa non può attuarsi se non attraverso una dimensione di compiutezza, di funzionale circolarità, per inscrivere la valorizzazione di questi beni culturali in un più ampio progetto di restauro della nostra identità di popolo dell’area dello Stretto e della montagna aspromontana. Il nostro è un territorio culturale con plurime valenze, la cui profonda complessità morfologica e orografica è da millenni esplorata e su cui si è sedimentata una vicenda umana, artistica e architettonica che rimanda ora alla costa e al mare, ora alla grotta e alla montagna”. Per Enzo Polimeni “occorre consolidare sul versante politico-sociologico il convincimento che, in questo innovativo scenario, l’identità comune rappresenta l’unico valore universalizzante, l’unica vera matrice in grado di opporsi a ciò che il territorio, con le sue asperità, le sue forme e le sue contrastanti visioni tende a mantenere separato. Si colgono interessanti profili di compatibilità con il disegno definitivo che pur sommariamente in questa sede è stato tracciato; è incontrovertibile, comunque, che le riflessioni maturate di già sono valide per un orientamento verso nuove responsabilità delle classi politiche destinate a governare questo processo. Tale svolta storica può ragionevolmente propugnarsi attraverso la individuazione di un Consorzio tra i ‘comuni d’arte’, attraverso un progetto unitario, nel quale risorse pubbliche ordinarie, fondi strutturali, iniziative private di eccellenza, apporti delle Facoltà del territorio e di centri di ricerca, contributi della società civile sapientemente confluiscano in un tutto unitario”.
Ed in questo scenario di inedita Governance – ha detto ancora Polimeni –”troveranno più pregnante allocazione le competenze ed i ruoli dei comuni del Parco per la valorizzazione dei beni culturali. Tale centralità culturale, si fonda, tra l’altro, sui culti e sulle feste tradizionali, sui prodotti, sulle ricchezze territoriali e paesaggistiche. Tutto deve essere quindi concepito per creare una forte auto-identificazione e per progettare una centralità oltre che culturale, anche simbolica. Il territorio aspromontano, dunque, più di ogni altro, può divenire, anche grazie al mare che lo delimita, il luogo della ‘conservazione e dell’innovazione.’ È evidente che il paradigma fondamentale di riferimento sta nella esigenza di elevazione della dotazione dei fattori, sicuramente esistenti sul territorio, che concorrono ad una ‘comune identificazione culturale’’ed altrettanto impegno per la eliminazione di quelli di disgreganti che tendono a considerare il bene culturale come patrimonio all’interno di un ristretto ambito amministrativo e non dell’intero territorio aspromontano. Proprio impegnando le risorse del capitale sociale – l’intelligenza territoriale – può perseguirsi l’obiettivo di assicurare al sistema Aspromonte la emersione di inediti fattori di attrattività culturale e di competitività e, sul versante politico, il più efficiente livello di valorizzazione”. I consigliere Polimeni ha così concluso: “La evoluzione di tale concetto è peraltro idealmente proteso, quale precondizione, verso il grande sistema urbano Centro-Mediterraneo dello Stretto, coinvolgendo una più vasta piattaforma territoriale su cui ancora vivono simboli e miti. Occorre sempre tenere presente il dovere di una sempre maggiore ragionevolezza che investe sia l’agire che il pensare per comprendere ed interpretare i fenomeni, per costruire ipotesi, per catturare maggiori consensi, tenendo presente che la storia, soprattutto le storie, di questa terra, purtroppo negative in un recente passato, hanno bloccato tanti tentativi di riscatto della nostra gente, mortificando proposte pur valide”.

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