Pizzo (Vibo Valentia). “Davvero non si capisce cosa ci sia da festeggiare per il quarantennale della Regione Calabria. Fossimo in Emilia Romagna o in Puglia avrebbe un senso, ma in Calabria, a festeggiare una ricorrenza piena di fallimenti, ci vuole coraggio”. Sono queste le parole gonfie di amarezza che l’imprenditore Pippo Callipo utilizza per commentare l’anniversario celebrato dalla Regione. La sua è una riflessione che affonda le origini nella Rivolta di Reggio, datata 1970. Callipo, infatti, spiega che “Un popolo, quello di Reggio, è dovuto insorgere quaranta anni fa, per farsi ascoltare dallo Stato che, poi, ha disatteso ogni promessa. E il compromesso Colombo, che ha spezzato la Regione in due città distanti rendendola di per sé improduttiva, è stato semplicemente orribile. A Reggio bisognava insediare tutta la Regione, se si voleva farla funzionare, oppure bisognava farla nascere nell’area baricentrica della Calabria. Invece la Regione è nata già col crisma del clientelismo e dell’assistenzialismo, senza alcun intento di rendere un servizio alle nostre popolazioni che, in tutti questi anni, si sono dovute arrangiare, mentre la Regione è servita soltanto alla politica”. L’imprenditore, impegnatosi in prima persona in occasione delle recenti elezioni regionali ,va avanti nella sua spietata versione del presente e del passato e sostiene che “può festeggiare solo chi, grazie alla Regione, ha avuto carriere profumatamente pagate e, visti i pessimi risultati, immeritate. Inoltre, i festeggiamenti di una ricorrenza come questa, proprio oggi che la Calabria è sola nel Paese e il Governo ci tartassa mentre dirotta risorse fondamentali altrove, sembra una beffa! Chi tira la carretta in questa sfortunata terra, anche per creare ricchezza generale, è lasciato solo. Non abbiamo infrastrutture dignitose, l’autostrada è un colabrodo, il porto di Gioia Tauro a rischio, l’assistenza alle imprese ridotta ai minimi termini e l’utilizzazione dei fondi comunitari, da parte della Regione, rappresenta l’ennesima opportunità sciupata. Dal Presidente Scopelliti ci si aspetterebbe almeno due o tre segnali forti nei campi fondamentali dell’economia e dello sviluppo, ma l’impressione è che, ancora una volta, i calabresi rimarranno delusi e i loro figli costretti a cercarsi un lavoro qualsiasi altrove”.
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