Operazione Il Crimine. «C’è la Boccassini, stavolta non ce la scampiamo»

Milano. Sapevano di non avere scampo, sapevano che l’indagine sulla mafia in Lombardia era seguita personalmente da Ilda Boccassini. E’ quanto emerge dalle intercettazioni dell’inchiesta, gli investigatori già un anno e mezzo fa avevano ascoltato una conversazione in cui uno degli odierni indagati svelava di avere avuto una soffiata, e commentava così: «stavolta non ce la scampiamo, dice che deve mettere mano la Boccassini».
Sessantuno anni, nata a Napoli, Ilda Boccassini è uno dei magistrati più noti d’Italia. Dalle sue mani sono passate storiche indagini milanesi come Duomo Connection e Mani Pulite, quando il procuratore Francesco Saverio Borrelli le affidò l’incarico di sostituire il pm Antonio Di Pietro. Parte da lontano la sua battaglia contro la mafia. Già l’inchiesta Duomo Connection aveva come oggetto le infiltrazioni mafiose nell’Italia settentrionale. La Boccassini porta avanti l’inchiesta con un gruppo di investigatori guidati dall’allora tenente Ultimo, divenuto famoso quando col grado di capitano arrestò Totò Riina. In quegli anni sono datate le prime collaborazioni della Boccassini con il giudice Giovanni Falcone, da allora i due saranno legati da profonda stima e amicizia. Quando la mafia ammazza Falcone e Borsellino, dopo le stragi di Capaci e via D’Amelio, la Boccassini lascia la comoda sede milanese e chiede il trasferimento a Caltanissetta, dove rimarrà per tre anni scoprendo mandanti ed esecutori degli omicidi dei due magistrati. Dopo un breve periodo alla Procura di Palermo, fa ritorno alla Procura di Milano, dove su richiesta di Borrelli subentra a Di Pietro nell’inchiesta Mani Pulite, ma il conto con la mafia non è ancora chiuso. Ancora oggi Ilda Boccassini si occupa di indagini sulla criminalità di stampo mafioso. Un osso duro per chi ha qualcosa da nascondere. Lo sa bene anche la ‘ndrangheta: stavolta non c’è scampo.

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