Dopo l’intervento del Prof. Antonino Vitetta, ecco un altro contributo dall’importante scuola trasportistica della Facoltà di Ingegneria dell’Università “Mediterranea” di Reggio. Questa settimana è lo studioso Ing. Corrado Rindone ad offrire ai lettori della Rubrica “Urbanistica e Città Metropolitana” alcune interessanti considerazioni sulla mobilità urbana, da proiettare anche in ambito metropolitano, e lo fa con la ben nota ironia che abbiamo imparato ad apprezzare prima nei suoi contributi a periodici firmati con il Prof. Antonio Vitetta, poi con il loro volume “Totò ed Io: due pellegrini dell’Area Interrotta dello Stretto” (Reggio Calabria, Città del Sole Edizioni, 2010): due penne leggere, quelle di Vitetta e Rindone, con all’attivo una qualificata ed innovativa produzione scientifica, che comunicano con efficacia tematiche impegnative.
(E.C.)
Alcune considerazioni sulla mobilità urbana
di Corrado Rindone
Sono su via Reggio Campi, immerso nei miei pensieri. Ascolto il pezzo “Girannu pa’ città” dei Kunsertu. L’ho conosciuto attraverso il gruppo Facebook “Città e Musica”. Come sempre a quest’ora, la strada è molto congestionata: mezzi pesanti, autovetture, ragazzi in prossimità delle scuole, due autobus in direzione opposta. Insieme a me, gli altri automobilisti che viaggiano a passo d’uomo. Ormai, su questa strada, a quest’ora, ci conosciamo tutti e, date le condizioni in cui troviamo, ci osserviamo e ci compatiamo a vicenda. Tipico atteggiamento meridionale ed in particolare reggino. Sembra che non ci sia niente da fare. Siamo convinti che non esistano soluzioni. Siamo destinati a subire in silenzio queste condizioni.
Molte volte mi sono chiesto quali potrebbero essere le soluzioni al problema “ttraffco tentacolare” che attanaglia le città, così definito nel famoso film di Benigni. Mi torna in mente il Libro Verde dalla Commissione Europea Verso una nuova cultura della mobilità urbana del 2007. Nel documento il problema è illustrato attraverso alcuni indici quantitativi. In ambito urbano vive oltre il 60% della popolazione dell’Unione europea; circa l’85% del Prodotto Interno Lordo dell’UE proviene dalle città. Questo si traduce in un aumento del traffico nei centri cittadini con conseguenti molteplici effetti nefasti (perdita di tempo, inquinamento). Ogni anno l’economia europea perde circa 100 miliardi di euro, ossia l’1% del PIL dell’UE. Il traffico urbano genera il 40% delle emissioni di CO2 e il 70% delle altre emissioni inquinanti prodotte dagli autoveicoli. Un incidente mortale su tre si verifica in zona urbana e ne sono vittime per lo più gli utenti della strada più vulnerabili: pedoni e ciclisti.
In Europa il traffico urbano esiste ed è un problema! Allora non lo subiamo solo a Reggio Calabria! Ma quali le soluzioni?
Il Libro Verde promuove, in sintesi, una nuova cultura della mobilità urbana attraverso la promozione del trasporto collettivo e dei sistemi intelligenti di trasporto (possono essere intelligenti, sistemi progettati da tecnici non sempre intelligenti?). L’educazione, la formazione e la sensibilizzazione e nuovi metodi e strumenti di pianificazione urbanistica pare siano le ricette migliori.
A questo punto mi viene in mente il mio amico Totò. Non il Principe De Curtis ma quello del libro che (ahimè!) ho scritto in un momento di follia con Antonino Vitetta: “Totò ed Io: due pellegrini dell’area interrotta dello stretto”. Lui affermerebbe: “ma tutte queste belle parolone, siete sicuri che valgono anche per Reggio Calabria?”
La domanda è lecita. In effetti anch’io spesso mi domando cosa è stato messo in pratica nella mia città delle indicazioni europee. Di chi è la responsabilità? Chi se ne dovrebbe occupare? Quali sono i soggetti da coinvolgere? Per evitare di scaricare le colpe sugli altri, faccio un’autocritica. Quale potrebbe essere il contributo di un ingegnere dei sistemi di trasporto, qualora qualcuno lo chieda, per fare diventare queste soluzioni realtà nella mia città? Forse, questi ingegneri potrebbero sviluppare dei calcoli per stimare, prima che si realizzino gli interventi, i possibili effetti sulla mobilità e sulla città? Sono convinto che con questi calcoli si potrebbe fornire un valido supporto alle scelte la cui responsabilità, comunque, resta agli organi politici. Tuttavia, probabilmente, a volte questi ingegneri trasportisti reggini sbagliano linguaggio. Probabilmente il linguaggio migliore per farsi capire non è l’italiano ma l’uso di inflessioni dialettali come ad esempio il romano. Come ha ribadito in un’altra occasione il mio amico Vitetta, gli ingegneri reggini dei sistemi di trasporto sono percepiti spesso solo “come quelli che contano le macchine; solo gli ingegneri romani sono percepiti come esperti!”. Mi viene in mente un verso di una nota poesia di Nicola Giunta: “E ghistuu a Roma a pigghiari cunsigghiu ca va putiva fari puru Brigghiu!”
Direbbe un palermitano amico di Totò ed Io “Anche se conoscete le soluzioni ai problemi e riuscite a stimare gli effetti che producono, vi ricordo che, per realizzare gli interventi, ci vonnu i piccioli!”. Anche in questo caso, in altre parti d’Europa, la risposta già esiste. Ad esempio, a Londra si utilizzano le risorse finanziarie provenienti dai ricavi del sistema di pedaggio urbano. La Banca Europea per gli Investimenti presta in media 2,5 miliardi EUR ogni anno per progetti di trasporto urbano. L’UE ha destinato una parte dei fondi strutturali a favore del trasporto urbano, circa 8 miliardi euro durante il periodo 2007-2013. Attraverso il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) si possono inoltre finanziare investimenti connessi a progetti di trasporto urbano sostenibile dal punto di vista ambientale.
Alt! Nel 2003, mi sembra che “quelli dell’università”, al DIMET, mi abbiano hanno fatto lavorare ad un progetto chiamato proprio “Sistema di Mobilità Sostenibile”! Si! Mi ricordo! Si trattava di un sistema di trasporto in sede fissa che collega la stazione Lido, il porto, l’Università, gli Ospedali Riuniti, ed il centro direzionale. Se non sbaglio, il Comune di Reggio Calabria ha anche inserito un progetto molto simile tra quelli da finanziare con fondi del Programma Operativo Regionale (POR).
Caspita! Anche a Reggio si tentano soluzioni per migliorare la qualità della mobilità urbana! Ma perché continuo ad osservare intorno a me un groviglio di macchine, autobus e persone che non riescono a muoversi? Forse perché noi cittadini del sud non siamo abituati a chiedere il rendiconto delle scelte politiche e tecniche? Forse non conosciamo ancora bene cosa chiedere?
Dopo una buona mezz’ora fermo, con la mente piena di queste riflessioni, mi sono divincolato dal “ttraffco tentacolare”. Dopo aver parcheggiato, sono entrato in casa ed ho messo nero su bianco questi miei pensieri. Adesso li mando al prof. Enrico Costa che mi ha chiesto qualche considerazione sulla mobilità urbana. Spero che se qualcuno non si sia annoiato a leggerle interamente, si farà vivo e vorrà discutere di questi problemi: almeno non mi sentirò noioso e soprattutto mi sentirò molto meno solo!