Polistena (Reggio Calabria). Continua incessante il monitoraggio delle zone extraurbane effettuato dai Carabinieri della Compagnia di Taurianova, diretta dal capitano Raffaele Rivola, per contrastare il fenomeno delle coltivazioni illecite di Canapa Indiana. L’arrivo della stagione calda ha portato, infatti, anche le condizioni ideali per far germogliare le redditizie piante dalle quali si ricava lo stupefacente della “marijuana ”. Le iniziative dell’Arma, in questo contesto, non sono state concepite con una chiave esclusivamente repressiva, ma tendono anche a scoraggiare quanti hanno deciso di condurre piccole coltivazioni che, nel loro complesso, vanno ad alimentare uno dei maggiori introiti della criminalità organizzata.
Nell’ambito di queste attività i Carabinieri hanno scoperto, a cavallo tra i Comuni di Polistena e San Giorgio Morgeto, due piantagioni coltivate in altrettanti appezzamenti contigui. I fondi erano delimitati da un’alta recinzione, che metteva le piante, complessivamente una trentina alcune delle quali alte oltre i due metri, al riparo da occhi indiscreti. Per questa ragione è stato arrestato S.G. di 49 anni, che appena arrivato nel suo orto per accudire le piante ha trovato i militari ad attenderlo, G.D. di 50 anni ed il figlio di questo, un minorenne di 17 anni che frequenta le scuole superiori.
La cosa che accomuna queste piantagioni con quelle scoperte di recente è la modalità di coltivazione. Infatti sembra che nella stragrande maggioranza dei casi siano state abbandonate le vaste ed estese piantagioni del passato, soppiantate da quelle più piccole coltivate a “macchia di leopardo”, che seppur meno redditizie sono più difficili da individuare con le ricognizioni aeree, anche perché coltivate tra le piante di pomodoro ed occultate dagli alberi di agrumi. Tutte le persone arrestate, parenti tra loro, hanno immediatamente riconosciuto le proprie responsabilità, attribuendo i loro comportamenti antigiuridici alla necessità di attutire il loro disagio economico. Prima di distruggere le piante di “cannabis indica” i militari hanno provveduto a documentare lo stato dei luoghi, indispensabile per attribuire le singole mansioni e, quindi, per calibrare le eventuali pene. Dalle piante sono stati prelevati alcuni campioni, sui quali dovranno essere effettuati gli esami di laboratorio, allo scopo di appurare il c.d. THC (tetraidrocannabinolo), il principio attivo dello stupefacente e di conseguenza le dosi droganti che potenzialmente potevano essere ricavate dalla coltivazione, dopodiché i magistrati competenti, cioè quello di Turno della Procura della Repubblica di Palmi e quello della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria, hanno autorizzato la distruzione dello stupefacente. Le due persone maggiorenni sono state trattenute presso le camere di sicurezza della Compagnia Carabinieri di Taurianova, in attesa del giudizio direttissimo, mentre il minorenne è stato associato al Centro di Prima Accoglienza di Reggio Calabria.
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