I particolari della cattura del latitante Antonio Bruzzise

Reggio Calabria. Nella serata di ieri, 19 luglio, a conclusione di rapide investigazioni, agenti della Polizia di Stato della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Palmi (agli ordini dei rispettivi dirigenti, i vice questore aggiunto Diego Trotta e Stefano Dodaro, con il coordinamento del capo della Squadra Mobile primo dirigente Renato Cortese), con la collaborazione dei colleghi della Squadra Mobile della Questura di Mantova e del Servizio di Polizia Scientifica – hanno localizzato e tratto in arresto, a San Giorgio di Mantova (MN), tranquillo paesino dell’entroterra mantovano, il latitante Antonio Bruzzise, di 43 anni, nato e residente a Seminara (Rc), in frazione Barritteri.
L’uomo era sfuggito alla cattura l’8 giugno scorso, nel corso dell’operazione antimafia denominata “Cosa Mia” ed era, pertanto, inseguito dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip presso il Tribunale di Reggio Calabria, poiché ritenuto vertice della potente e sanguinaria cosca della ‘ndrangheta dei Bruzzise-Parrello, operante nel “Locale” di Barritteri di Seminara (Rc) e coinvolta in contrapposizione al cartello mafioso Gallico-Morgante-Sgrò-Sciglitano, operante nel “Locale” di Palmi, in una sanguinosa faida che negli anni ha mietuto decine di morti tra gli opposti schieramenti. Antonio Bruzzise, in particolare, è ritenuto responsabile dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, finalizzata alla commissione di omicidi, estorsioni, danneggiamenti, ed altri gravi reati consumati prevalentemente nel contesto e nelle aree interessate dai lavori di ammodernamento del V Macrolotto dell’autostrada A3: il segmento “nodale” compreso tra gli svincoli di Gioia Tauro (Rc) e Scilla (Rc).
Antonio Bruzzise è figlio di Giovanni, alias “Spannavento”, boss storico della ‘ndrangheta calabrese nonché capo dell’omonima cosca, ucciso a colpi d’arma da fuoco nel corso di un agguato di mafia, in località S. Elia di Palmi il 14 Agosto del 2005.
Le investigazioni espletate a margine dell’operazione “Cosa Mia” – durate, complessivamente, un biennio – hanno consentito, per la quasi totalità, di fare piena luce sui componenti e le attività illecite poste in essere dalle ‘ndrine federate Gallico-Morgante-Sgrò-Sciglitano operanti nel comprensorio tirrenico della provincia tirrenica reggina ed, in particolare, nell’abitato di Palmi (Rc) divenuto, negli ultimi anni, il fulcro di importanti interessi connessi ai lavori di ammodernamento dell’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria del V Macrolotto, storicamente ricadente sotto l’influenza della consorteria Gallico-Morgante-Sgrò-Sciglitano.

I dettagli della cattura di Bruzzise
Con riguardo ai dettagli della cattura, peraltro rocambolesca, gli Uffici investigativi della Polizia di Stato avendo con certezza appreso – nel quadro di investigazioni coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, supportate da sofisticati presidi tecnologici ed attività d’intercettazione con la collaborazione ed il supporto tecnico del Servizio di Polizia Scientifica – che il Bruzzise trascorreva da tempo la propria latitanza nella provincia di Mantova, hanno intrapreso mirati servizi operativi di vigilanza in loco e di riscontro che hanno consentito di accertarne la presenza nel tranquillo paesino di San Giorgio di Mantova, comprensorio nel quale insistono alcuni elementi organici alla cosca Bruzzise emigrati per sfuggire alla sanguinosa faida di Barritteri.
Nonostante le difficoltà originate dalle condizioni morfologiche ed ambientali e dalla presenza di un tessuto mafioso che ha reso estremamente ostile l’espletamento delle attività di polizia giudiziaria, i servizi di appostamento predisposti, hanno consentito di individuare nella serata di ieri un gruppo di abitazioni in una delle quali risultava dimorare la moglie del latitante. A tal fine, gli agenti della Polizia di Stato intervenuti, dopo aver opportunamente circondato l’area interessata, hanno individuato il ricercato Bruzzise che, alla vista degli investigatori ha tentato la fuga a piedi per sottrarsi alla cattura ma è stato prontamente immobilizzato ed ammanettato e condotto presso i locali della Questura di Mantova per la notifica del provvedimento restrittivo ed associato presso la casa circondariale di Mantova.

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