Vibo Valentia. Il processo celebrato a Vibo Valentia per la morte di Federica Monteleone, la ragazza di 16 anni deceduta dopo un intervento di appendicectomia praticatole all’ospedale di Vibo Valentia, è giunto all’epilogo. La sentenza di condanna ha riguardato otto dei nove imputati: oltre all’ex direttore generale dell’Azienda sanitaria di Vibo Valentia, Francesco Talarico, anche Alfonso Luciano, che era direttore sanitario della stessa Azienda, Roberto De Vincentis, responsabile tecnico ed Antonino Stuppia, proprietario della ditta incaricata di eseguire i lavori relativi all’impianto elettrico in sala operatoria, sono stati condannati a due anni di carcere. L’imprenditore è stato giudicato responsabile, a differenza degli altri coimputati, colpevoli di omicidio colposo, anche del reato di falso. A Francesco Costa, anestesista, è stata inflitta una pena di un anno e sei mesi, a Pietro Schirripa, all’epoca dei fatti, direttore sanitario dell’ospedale di Vibo Valentia, è stata comminata una condanna ad un anno e quattro mesi. Schirripa, al momento, ricopre l’incarico di direttore sanitario dell’ospedale “Annunziata” di Cosenza. Di un anno e quattro mesi è la condanna anche per Antonio Bruni, cui era stato assegnato il ruolo di vigilare sull’opera relativa all’effettuazione dell’impianto elettrico e per Nicola Gradia, funzionario dell’ufficio tecnico. Contestualmente, la Corte ha stabilito che i soggetti che hanno ricevuto la condanna e l’Azienda sanitaria dovranno pagare una provvisionale pari a ottocentomila euro ai parenti della giovanissima vittima di quello che oggi i magistrati hanno bollato essere stato un caso di “malasanità”.
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