Brancaleone terra ricca anche di fossili

Brancaleone. “Il sito fossilifero di Brancaleone è uno tra i pochi presenti in Italia per questo tipo di fossili ed è uno tra i più importanti per l’abbondanza e la varietà delle specie rappresentate”. Così si esprime Isidoro Bonfà, sul suo sito web, al fine di far conoscere l’importanza ed il valore dei fossili cretacei rinvenuti nel Comune di Brancaleone, addirittura parecchi anni fa, per opera di alcuni ricercatori. Isidoro Bonfà, nativo di Brancaleone, è un geologo che lavora al Dipartimento Ambiente del Comune di Roma e vive nel Lazio con la sua famiglia. Bonfà non ha mai tagliato il cordone ombelicale con la sua terra di origine ed ogni qualvolta quando gli impegni di lavoro glielo permettono ritorna a Brancaleone per trascorrere un periodo di relax insieme ai parenti ed ai suoi amici. E’ un ambientalista motivato tanto che, ogni anno, durante il periodo estivo organizza, a Brancaleone, le famose giornate denominate “Fondali Puliti” per preservare la fauna marina da detriti ed altre impurità. E’ un attento studioso della sua materia ed i suoi lavori sono sempre apprezzati dagli addetti ai lavori. Bonfà asserisce che “fossili dello stesso tipo di quelli trovati a Brancaleone si rinvengono in abbondanza nei rilievi costieri del Nord Africa ma anche in altre parti del mondo come in Spagna e negli Stati Uniti”. La fauna cretacica di Brancaleone – dice ancora il geologo – fu studiata alla fine dell’ottocento ed i primi del 1900 da G. De Stefano. Successivamente(1968) Maria Antonietta Moroni e Salvatore Ricco dell’Università di Palermo hanno pubblicato uno studio aggiornato e molto dettagliato corredato di numerose foto in bianco e nero dei fossili descritti. “I fossili – sostiene Bonfa – sono originariamente inclusi in livelli marnosi grigi della formazione delle Argille scagliose varicolori. Gli esemplari migliori si rinvengono tuttavia rimossi dagli strati originari. Erosi e dilavati dagli agenti atmosferici si presentano sparsi sul piano campagna di detta formazione” Secondo la scala dei tempi geologici i fossili in questione risalgono a circa 100 milioni di anni fa. Per questi motivi il geologo Bonfà ha scritto una lettera agli esperti dell’Università di Palermo al fine di esaminare la fauna cenomaniana di Brancaleone perché “sogno ed ho proposto all’Assessore alla Cultura di Brancaleone di approntare uno spazio museale che possa valorizzare queste unicità che caratterizzano dal punto di vista geologico il nostro territorio. Spero che prima o poi – si congeda Bonfà – possa essere realizzato auspicando in quel caso l’aiuto dei vostri esperti per preziosi, quanto indispensabili, suggerimenti sull’allestimento dello stesso”. E’ una buona idea che dovrà essere sostenuta dall’Amministrazione Comunale e da quanti operano nel settore al fine di non disperdere un patrimonio di inestimabile valore storico.

Agostino Belcastro

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