Reggio Calabria. Di seguito si riporta il testo integrale della lettera aperta scritta da Tilde Minasi a proposito della crisi che ha investito il Comune di Reggio Calabria e che ha raggiunto il suo epilogo con le dimissioni del Sindaco facente funzioni Giuseppe Raffa.
Difficilmente poche incomprensibili vicende possono portare tanto danno ad una città come quelle che, in questi giorni hanno visto contrapporsi una consistente parte dei consiglieri e degli assessori comunali, me compresa, ed il Sindaco (facente funzioni) Raffa con pochi altri. Sono state scritte cose pesanti, dette cose ancora più dure, in generale è stato, in pochi istanti, consumato un patrimonio di credibilità costruito in anni di faticoso lavoro, con un atteggiamento che la città non merita e che, quindi, non accetta. Forse è giunto il momento di cambiare la rotta. Dobbiamo ritornare tutti sui nostri passi. Abbiamo un mandato, lo abbiamo fino ad oggi portato avanti con grande impegno: torniamo a fare il nostro dovere. Ricompattiamoci, ritroviamo il senso comune della missione che ci è stata affidata dalla gente e che lo stesso Scopelliti ci ha lasciato: per completare il lavoro, e perché la vittoria alle regionali, proprio mentre consegna il nome di Reggio alla storia della Calabria come una bella resurrezione dalle ceneri di una lunga e colpevole emarginazione, non comporti l’assurdo ed inutile prezzo di un dimissionamento del Comune. Non accada che la città si trovi così a dover pagare con un fallimento la vittoria (che è vittoria di tutti noi) del governo regionale. Che beffa sarebbe. E che beffa sarà se non fermiamo questa deriva, che sta assumendo i connotati di una follia. Come se la gente non fosse in grado di vedere, di capire, come se tutti i cittadini e le cittadine di Reggio Calabria, non fossero poi in grado di vedere e comprendere con i loro occhi: a chi interessano le beghe di partito, le responsabilità interne ? Se falliamo, è il partito che ha fallito, è l’amministrazione, la maggioranza, noi, tutti. Non posso tacere, non posso ignorare, non posso lasciarmi invitare e sedurre dal facile gioco di dire che la colpa è di questo o di quello. No, qui ed adesso, oggi, ora, non domani, né in futuro, adesso ed in questo momento dobbiamo mettere un punto, tracciare una linea e non oltrepassarla: tutti siamo responsabili della casa comune, di quella casa che, faticosamente, sostenuti solamente dall’amore della nostra città, dato e ricevuto, abbiamo costruito. Il Comune lo sento anche un po’ mio, dopo nove anni di impegno nelle politiche sociali conosco e vedo i problemi ed i progressi di questa città come pochi altri, e devo dire, a ripetizione, io non ci sto alle logiche di palazzo, non ci sto a servire interessi di chi, assente dal territorio di Reggio, ignoto alla città e la città ignota a lui, mira a spaccare e distruggere l’operato di un Sindaco, Giuseppe Scopelliti, solo per averne le spoglie. Cosa, poi, dovrebbe giustificare la demolizione del lavoro che resta ancora da svolgere ? Cosa ne sarebbe dell’impegno che ha portato la città a livello di metropoli nazionale, di averne, dopo decenni, imposto il nome in ambito regionale, di avere dato lustri a tanti hanno lavorato e si sono impegnati nonostante le polemiche? No, io non ci sto ed invito tutti a dire basta, serriamo i ranghi, teniamo alta la testa, portiamo a compimento il nostro mandato, rifiutiamo con il nostro senso del dovere un commissariamento privo di anima, privo di senso politico, privo di scopo, privo dello spirito della nostra città e che priverebbe la nostra città del suo spirito, appena ritrovato: abbiamo ancora tanto da fare, ricordiamo a noi stessi chi siamo, cosa abbiamo fatto qui, ricordiamo la speranza della gente che ci ha dato fiducia, governare non è un nostro diritto, è, prima di tutto, un nostro dovere, un sacro dovere che abbiamo giurato di portare a compimento facendo del nostro meglio. E’ forse questo il nostro meglio ? Dimissioni ? O governo di pochi senza alcuni consiglieri che hanno sostenuto la crescita di questa città ? Eppure, che fiducia ha accordato Peppe Scopelliti affidando, al vicesindaco tra tanti, il delicatissimo mandato di condurre in porto la nave attraverso l’ultimo pericoloso tratto di rapide e gorghi costituiti dalle inevitabili e pure previste impennate delle correnti della politica ? Ciò che avrebbe richiesto saggezza, ponderazione, equilibrio e soprattutto un solido gioco di squadra . C’ è tanto da fare: Reggio non è più una città della Calabria, non è il capoluogo della ‘ndrangheta, è una città metropolitana, pronta a divenire metropoli dell’Europa, una delle capitali simbolo di quel riscatto del mezzogiorno d’Italia, inseguito dalla Storia da così tanti anni e forse pronto ad esserci oggi consegnato da quella classe politica, che ha Scopelliti come simbolo, nella quale tutti crediamo e che vuole emanciparsi dalle logiche di basso profilo che ci hanno sempre tenuti incatenati ad un passato gretto e meschino. Io credo in Reggio Calabria, io ci credo nonostante le mille facili cronache della malavita e della malapolitica, io ci credo nonostante la cronica ed atavica rassegnazione della nostra cultura, io ci credo perché la conosco e so chi è Reggio Calabria, quale sia il suo cuore. Dobbiamo guardare oltre, qui c’è una vocazione che non possiamo tradire, perché ne siamo responsabili di fronte alla Storia ed è una occasione che se perdiamo ci porteremo sulla coscienza.