Cariati. Si è conclusa con la cerimonia di premiazione degli artisti la manifestazione “Cariatinarte 2010”

Cariati (Cosenza). La particolarità, o meglio l’unicità, dell’evento è stata caratterizzata dalla partecipazione a questa mostra di ben 13 detenuti che, in concomitanza con altrettanti artisti partecipanti esterni, hanno riprodotto scorci della parte storica della città di Cariati. Alla premiazione erano presenti S.E. il Vescovo, Mons. Marcianò, l’On. Franco Morelli, il Dott. Giuseppe Carrà Dirigente della Casa Circondariale di Rossano, il Sindaco di Cariati, la D.ssa Milena Crupi, quale Maestro d’arte e Presidente della Giuria critica. Tra gli altri è stato premiato anche un detenuto ergastolano che ha presenziato alla Cerimonia. Fortemente commosso, in quanto era la prima volta che usciva dal Carcere – seppure per poco tempo – si è fatto portavoce di un messaggio dei compagni in cui concludeva che “ La libertà è solo nei momenti creativi” sottolineando la valenza dell’iniziativa. Trattasi di evento straordinario, in quanto un detenuto ergastolano è stato autorizzato a lasciare il carcere, in una regione quale la Calabria, per partecipare – in orario notturno – ad una manifestazione pubblica. Si è trattato di uno sforzo dell’Amministrazione del Carcere di Rossano, fortemente voluta dal Dirigente Dott. Giuseppe Carrà, e di una dimostrazione di grande professionalità da parte della Polizia Penitenziaria che ha messo in campo le sue forze migliori. Infatti tutta l’organizzazione è stata affidata al Comandante del Reparto, Isp. Capo Salvatore Prudente, che ha organizzato e coordinato la traduzione, presenziando anche alla manifestazione. La particolarità dell’evento è stata colta in tutta la sua importanza anche da S.E. il Vescovo che ha voluto consegnare personalmente il premio al detenuto, caricando di ulteriori significati la premiazione, invitando la cittadinanza e le Autorità a non dimenticare i detenuti che sono nostri fratelli. Il Dirigente Carrà, nel ricordare il Provveditore Quattrone tragicamente scomparso di recente, ha affermato che “ L’arte che si realizza in carcere non è fatta solamente per intrattenere e divertire, con l’obiettivo di far trascorrere il tempo, ma diventa una fucina in cui gli artisti, in quanto dilettanti, risultano capaci di esprimere un’autenticità raramente rinvenibile in un professionista, una spontaneità e un’immediatezza che si fa evidente nelle figure appena delineate, nei tratti forti o grossolani ma non per questo meno carichi di espressività. E’ la genuinità dell’uomo che emerge! Il detenuto infatti che dipinge ”dentro”, è il frutto di un “fuori”, che non può essere dissolto solo perché segregato e nascosto. Come saremmo stati se in un momento particolare della nostra esistenza avessimo preso una decisione diversa da quella scelta? Cosa sarebbe cambiato se il caso avesse previsto altre possibilità? Da qui, dunque, la valenza-altra dell’estemporanea di Cariati: i detenuti sono stati chiamati dipingere sulla tela degli scorci di un paese a loro sconosciuto ma i cui vicoli, archi, pezzi del paese, fanno parte dell’interiore di ognuno di loro e di noi. Anche loro, come tutti, nella propria infanzia, avranno giocato in un vicolo, in un cortile, in una piazzetta e – oggi come allora- hanno avuto la possibilità di rivivere quelle emozioni, trasferendole nelle tele e trasferendo con esse il proprio vissuto, la propria intimità, per parteciparla alla comunità e condividerla con essa in una sorta di abbraccio virtuale ma vigoroso, una speranza di ritorno – questa volta da uomini diversi, migliori – alla propria comunità”. La pittura, intesa come attività artistica, fa parte delle tante attività ricreative, culturali e sportive programmate nell’ambito del percorso rieducativo dell’Istituto di Rossano: lettura, cineforum, sport, oltre alla scuola e all’informatica. Anche quest’anno, come di consueto, l’Istituto di Reclusione di Rossano ha progettato e realizzato un’esposizione di opere dei detenuti con la particolarità di offrire degli spunti su cui lavorare, in cooperazione con la società esterna, operare in modo congiunto, quasi in una visione multidisciplinare. Tuttavia, la programmazione annuale delle varie attività culturali si è arricchita di una ulteriore iniziativa di particolare pregio che è l’estemporanea CariatinArte ed. 2010. Il risultato mette, oggi, in evidenza lo sforzo comune del Carcere di Rossano, dell’Associazione “Vivi il Centro Storico” e dell’intera Amministrazione Comunale di Cariati che ha consegnato una preziosa targa di ringraziamento al Dirigente del Carcere di Rossano. ” Attività come queste hanno una valenza fondamentale: le cronache di questi mesi sul sovraffollamento delle carceri, sulla possibilità di concedere un indulto, dimostrano, ancora una volta, che sfugge il perno del problema: non basta uscire dal carcere per tornare a tutti gli effetti nella società. Occorre una rete di accoglienza che assista gli ex detenuti nei loro bisogni fondamentali, soprattutto nei primi tempi di libertà: casa, pasto e lavoro. Certo è fondamentale offrire un importante momento di crescita culturale e sociale attraverso delle attività artistiche che potrebbero aiutare e facilitare il loro futuro nel reinserimento lavorativo così come anche fornire loro competenze professionali specifiche per aiutarli a far sì che una delle priorità possa essere risolta in fretta e a far sentire queste persone un po’ più componenti a pieno titolo della società. Una concreta ipotesi potrebbe essere quella di un Protocollo d’Intesa per la gestione di azioni di integrazione rivolte a persone detenute ed ex-detenute del Carcere di Rossano con lo scopo per es. di gestire con risorse comunali e del territorio le esigenze alloggiative per chi non ha stabilità, oltre a verificare le disponibilità sul territorio di strutture già esistenti, l’accordo mira anche al reinserimento degli ex-detenuti nella società con l’attivazione di borse lavoro da stipulare tra Enti Locali e imprese così come anche la sperimentazione di micro-crediti per facilitare l’acquisto di una casa. Occorre un impegno preciso delle Istituzioni per contrastare la dispersione scolastica allontanando dalla strada i figli di detenuti che vivono una realtà socialmente deviante mettendo in atto anche attività ludiche e di doposcuola; ridurre il disagio economico cercando di indirizzare le mogli e i figli dei detenuti verso il mondo del lavoro; fornire sostegno alle famiglie mediante la distribuzione di beni di prima necessità come cibo e vestiti; offrire sostegno psicologico, ma anche un supporto giuridico – legale, amministrativo, fiscale, lavorativo e previdenziale”.

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