Bagaladi (Reggio Calabria). Lavorando in maniera serrata per oltre 12 ore i Carabinieri della Compagnia di Melito Porto Salvo, diretta dal capitano Onofrio Panebianco, supportati da quelli dei reparti tecnici del Comando Provinciale di Reggio Calabria, sono riusciti a risolvere il delitto del giovane 23enne di Bagaladi.
Alla mezzanotte di ieri l’omicidio di Antonino Russo, di Bagaladi, con piccoli precedenti penali, si presentava di difficile soluzione ed aperto a molteplici tesi investigative. La capacità di analisi e la giusta valutazione degli elementi a disposizione ha permesso di imboccare la strada giusta; i Carabinieri da quel momento, non hanno più mollato la presa sino alla risoluzione del caso.
Sono passate da poco le 23.30 di ferragosto e, complice anche il caldo, la via Matteotti di Bagaladi è frequentata da molte persone che si trovano anche all’esterno di un esercizio commerciale, Antonino Russo è attinto da sette colpi di pistola (una di quelle di piccolo calibro 6,35 il cui massimo pregio è quello di essere facilmente occultabile). Tutti sentono i colpi di pistola, alcuni si sporgono e cercano di capire, nessuno riferisce quello che i Carabinieri riescono a capire a distanza di ore. Solo alcuni stranieri raggiungono la Caserma dei Carabinieri di Bagaladi per rendere la loro testimonianza, rivelatasi comunque importante per collocare l’omicidio dal punto di vista temporale e per fissare la direzione di fuga dell’assassino. A questo punto per i militari è iniziato un minuzioso lavoro dei dati che man mano venivano raccolti dalle molteplici persone sentite, che hanno permesso di scavare nella vita della vittima e nei suoi rapporti interpersonali. Con le prime fragili ammissioni e soprattutto con il confronto delle dichiarazioni rese è emerso come da alcuni giorni la vittima avesse rotto un’amicizia di lungo corso con un ragazzo del posto, per motivi di natura sentimentale. I due, infatti, si contendevano l’amore di una ragazza rumena. Questo aveva incrinato i rapporti tra i due tanto che alcuni giorni addietro questa situazione era degenerata in un pestaggio vero e proprio, a seguito del quale l’antagonista del Russo aveva riportato delle conseguenze abbastanza serie, tanto da dover ricorrere alla cure dei sanitari del Pronto Soccorso degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria.
Queste deduzioni, valutate anche alla luce delle modalità esecutive ed ai primi risultati investigativi, hanno indirizzato i militari ad escludere che l’omicidio potesse essere maturato in un contesto di criminalità organizzata. L’identificazione del ragazzo con cui Russo aveva litigato diverse volte, con una cadenza sempre più frequente negli ultimi tempi, ha rappresentato il passaggio successivo, quello grazie al quale i Carabinieri si sono presentati presso l’abitazione dei genitori di Carmelo Megale, 24enne anch’egli di Bagaladi.
La perquisizione domiciliare ha permesso di sequestrare alcuni oggetti, ma non ha consentito di ritrovare l’interessato, che da quel momento è stato attivamente ricercato. Altre perquisizioni sono state eseguite, ma tutte con esiti infruttuoso.
Il lavoro complesso eseguito durante le indagini ha consentito di delineare un quadro probatorio capace di sostenere l’accusa contro il Megale, che una volta rapportatosi con il proprio legale di fiducia non ha avuto altra soluzione che quella di avvisare i Carabinieri comunicandogli la sua posizione. Per tale ragione il ragazzo è stato poi sottoposto, sulla scorta esclusivamente dei dati raccolti dalla Polizia Giudiziaria, al fermo per indiziato di delitto, perché gravemente sospettato di aver cagionato la morte del Russo. Sono tuttora in corso le indagini da parte dei Carabinieri finalizzate a recuperare l’arma del delitto e ad appurare eventuali responsabilità penali, anche per terzi potutisi rendere responsabili di favoreggiamento personale nei confronti della persona in fuga. Le indagini sono state coordinate del Sostituto Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Francesco Tripodi, che una volta trasportato in carcere il giovane lo ha immediatamente sentito e, di fatto, ha avallato il provvedimento di fermo adottato dalla Polizia Giudiziaria. Carmelo Megale ora rimarrà in carcere in attesa dell’interrogatorio di garanzia che dovrà essere effettuato dal Gip competente per territorio.
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