di Fabio Papalia
No Peppe no party. E’ bastata una sola frase, al sindaco facente funzioni Giuseppe Raffa, per sconfessare 8 anni di programma politico basato su un unico categorico, imperativo slogan. “Reggio città turistica” era stato il “tormentone” delle campagne elettorali e degli anni di amministrazione di Giuseppe Scopelliti, che sull’onda del successo d’immagine mietuto nella sua città e rimbalzato ben oltre i confini della provincia, ha stravinto anche le elezioni regionali.
«Reggio Calabria non è una città turistica» ha affermato questa mattina a palazzo san Giorgio Giuseppe Raffa, al termine della conferenza stampa con la quale ha annunciato il ritiro delle dimissioni, l’azzeramento della giunta, e la nomina di tre assessori, tra cui Irene Pivetti.
Ma come? Per otto anni i reggini hanno sognato, accarezzato, annusato, quasi toccato con mano uno sviluppo basato sul turismo, e oggi scopriamo che è tutto da rifare.
«Reggio Calabria non è una città turistica, è una città che ha una vocazione turistica, ma non è una città turistica». Raffa non poteva essere più chiaro, ma ha comunque precisato che quindi non può essere ascritto ai pochi giorni della sua amministrazione l’insuccesso turistico dell’estate 2010. Raffa, ancora, ha chiarito di essersi preso la responsabilità di rifiutare la partnership con RTL 102.5, il network nazionale che l’anno scorso aveva fatto registrare il pienone durante le serate estive. Ma se quest’anno l’estate non tira, è il suo ragionamento, la colpa non è mia, ma è Reggio che non è una città turistica.
Che però non è nemmeno una città industriale, ed è questo il punto più prettamente politico della questione. Che Reggio non abbia mai “fatto grano”, come giustamente recita un proverbio, è un dato di fatto. Ma allora qual è, quale dev’essere il suo obiettivo?
Che sia il turismo sembra fuori di ogni ragionevole dubbio, se anche il più fiero degli avversari di Giuseppe Scopelliti, il consigliere comunale Pdci Massimo Canale, candidato a sindaco alle prossime elezioni, ha rivisitato in “chiave marxista-leninista” il concetto turismo. Canale, che non è mai stato tenero nei confronti di Scopelliti, ha incentrato uno dei punti salienti della sua campagna elettorale proprio sul turismo, declinando il concetto ovviamente secondo la propria sensibilità di uomo di sinistra, e spiegando ai reggini che la piena efficienza dei depuratori, e quindi delle nostre spiagge, è una condicio sine qua non. Ma pur sempre di turismo si parla.
No Peppe no party. Ma com’è allora, che con Giuseppe Scopelliti Reggio Calabria ha vissuto le stagioni più esaltanti proprio sul fronte turistico? E com’è che con Giuseppe Scopelliti la punta massima di presenze in città si registrava proprio d’estate?
E’ un dato di fatto che, da quando sono stati aperti i lidi sul lungomare, questa sia stata l’estate più nera per la città. Gli scorsi anni il lungomare pullulava di gente, a qualunque ora. Quest’anno la situazione è molto più dimessa, a luglio addirittura vi sono state serate che ricordavano il “mare d’inverno”.
Dove sono andati tutti? Chi erano i reggini, quelli che venivano dai comuni limitrofi, dalla provincia, finanche i turisti, che affollavano il lungomare? Possibile che fosse tutto solo e soltanto merito di Scopelliti, che come un pifferaio magico aveva riempito il lungomare? O era tutta claque? Attivisti e simpatizzanti travestiti da polacche, serbe, tedesche?
Possibile che, tutto a un tratto, tutta quella marea di gente abbia seguito Scopelliti alla regione preferendo al lungomare di Reggio Calabria le spiagge di Catanzaro Lido?
E allora c’è qualcosa che non torna. Qualcosa che ha inceppato quel cammino di “Reggio città turistica”. Ma se il primo a non crederci è proprio il primo cittadino, allora è comprensibile che, in questa calda e noiosa estate 2010, anche “Reggio città turistica” sia andata in vacanza.
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