Lamezia Terme (Catanzaro). Serrate le indagini dei Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Lamezia Terme da quando nel tardo pomeriggio del 09 agosto, all’interno dell’accampamento nomadi di località Scordovillo di Lamezia Terme, probabilmente nel corso di una lite tra rom è stata ferita, quasi mortalmente, una bambina di 9 anni. Incessanti e senza sosta le attività d’indagine ed i controlli dei militari. Il tutto nel tentativo di ricostruire l’esatta dinamica della tragica vicenda nel corso della quale stava per essere uccisa una bambina di soli 9 anni. Rimane ancora duro da incidere profondamente da parte degli investigatori, il muro di omertà eretto dalla stessa comunità nomade intorno alla vicenda. Tuttavia la caparbia e perseverante attività investigativa sta lentamente dando i suoi frutti. Dopo le decine e decine di persone interrogate, l’arresto di uno zio della bambina del 10 agosto scorso, le perquisizioni nell’accampamento operate con circa 50 Carabinieri del Gruppo Operativo Calabria e dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Vibo Valentia che hanno affiancato i militari della Compagnia di Lamezia Terme, il volo in elicottero a Catania del P.M. dott. Galletta e del Comandante del Nucleo Operativo per raccogliere la prima testimonianza della ragazza appena tornata cosciente dopo il ferimento e l’arresto della bisnonna e di un altro zio lunedì 16, nella tarda mattinata odierna il cerchio delle investigazioni ha continuato a stringersi. A finire in manette, questa volta, altri due familiari della giovane. Si tratta di due coniugi, zii della bambina, i quali, più volte interrogati dai militari, hanno fornito dichiarazioni discordanti, assumendo un comportamento reticente e spesso omissivo, così come assunto in passato da altri familiari poi arrestati. Proprio in ragione di tale condotta, ritenuta essere finalizzata ad eludere le investigazioni, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Lamezia Terme, hanno tratto in arresto per favoreggiamento personale B.M. di 31anni e A.M. di 21 anni. A conclusione degli atti gli arrestati sono stati associati rispettivamente, l’uomo presso la locale Casa Circondariale e la donna presso il proprio domicilio in regime di arresti domiciliari.
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