Messina. Sequestro Quattrocchi: concluse le indagini, 5 gli indagati

Messina. Con l’avviso di conclusione delle indagini preliminari emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina e la notifica a cinque persone, si è conclusa la fase delle indagini relative al sequestro di persona a scopo di estorsione consumato lo scorso mese di ottobre in danno del pensionato di Barcellona Pozzo di Gotto Leonardo Quattrocchi. Lo scorso 31 ottobre 2009, il Quattrocchi denunciò ai Carabinieri di Barcellona Pozzo di Gotto che, il precedente 13 ottobre, era rimasto vittima di un sequestro di persona, trascorrendo 17 giorni di prigionia in due abitazioni ubicate rispettivamente nei Comuni di Saponara e di Venetico, sino all’alba del 31 ottobre, quando riuscì a liberarsi ed a fuggire raggiungendo la caserma dei Carabinieri.
Le indagini, condotte dai Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto, dapprima coordinate dal dr. Francesco Massara, Sostituto della Procura della Repubblica di Barcellona P.G., mentre successivamente, con il trasferimento della competenza a Messina, coordinate dal dr. Giuseppe Verzera, della DDA di Messina, unitamente allo stesso dottor Massara applicato da Barcellona Pozzo di Gotto, hanno consentito di ricostruire le varie fasi del sequestro, con l’individuazione dei soggetti coinvolti nella vicenda e con la ricostruzione del ruolo avuto dagli stessi e delle responsabilità di ulteriori correi individuati nel corso delle indagini successive. L’avviso di conclusione delle indagini, oltre a Ioan Pohoata 23enne nato in Romania, in atto ristretto presso il carcere di Agrigento, e Nicola Ruggeri 40enne nato a Messina, in atto agli arresti domiciliari in Torregrotta, entrambi già sottoposti a fermo di indiziato di delitto lo scorso mese di ottobre 2009, ha riguardato anche altre tre persone, due donne ed un uomo, quest’ultimo in rapporti di amicizia con la vittima, tutti indagati per lo stesso reato contestato ai primi due. I notificati sono tutti indagati per il reato di concorso in sequestro di persona a scopo di estorsione, in particolare: il Nicola Ruggeri nella qualità di ideatore e di esecutore materiale; il Pohoata Ioan quale carceriere; le due donne in quanto preposte a preparare il vitto per il sequestrato nonché a coadiuvare il romeno nel suo incarico di carceriere; l’ulteriore indagato, quale incaricato di mantenere i contatti con la famiglia del sequestrato, rassicurando i componenti, ed in particolare la moglie, sui motivi dell’assenza del congiunto, e facendosi altresì carico di prelevare dall’abitazione del sequestrato il vestiario allo stesso necessario.
La vicenda ha origine il 13 ottobre 2009, quando il Quattrocchi viene costretto a salire a bordo di una autovettura mentre si trovava in un bar di Barcellona Pozzo di Gotto. Questa la ricostruzione degli investigatori. Ad agire, l’imprenditore torrese Ruggeri, il quale conduce forzatamente la vittima in un’abitazione nelle campagne di Saponara, dove lo tiene prigioniero con l’aiuto del rumeno e della fidanzata di quest’ultimo. Il successivo 18 ottobre 2009, dopo aver malmenato il Quattrocchi provocandogli anche delle lesioni, il Ruggeri ed il Pohoata lo costringono a recarsi con loro a Milano, presso la filiale di un Istituto di Credito.
Nella circostanza, dopo avere raggiunto la banca di Milano, i tre si informano sulla transazione di alcuni milioni di euro che dalla Svizzera sarebbero dovuti transitare su un conto nelle disponibilità dello stesso sequestrato ma nella circostanza apprendono che la somma sarebbe stata fruibile non prima di 4-5 giorni. Tale somma di denaro, che il Quattrocchi aveva promesso al Ruggeri, a dire dello stesso Quattrocchi, sarebbe stata il frutto di una truffa commessa in passato in danno di almeno diciotto istituti di credito. Atteso che i tempi per la transazione sarebbero stati lunghi, i due sequestratori ed il sequestrato fanno quindi ritorno in Sicilia, dove la vittima viene trasferita dall’abitazione di Saponara a quella di Venetico, dalla quale riuscirà a scappare solo all’alba del 31 ottobre 2009, andando a denunciare il tutto ai Carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto. In quella circostanza, a seguito delle tempestive indagini dei militari dell’Arma, sia il messinese che il rumeno sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto. Gli accertamenti espletati non hanno permesso di risalire alle somme di denaro asseritamente oggetto delle attenzioni degli indagati. Le successive investigazioni hanno consentito di individuare e meglio definire i ruoli degli altri correi coinvolti nella vicenda. Nello specifico, come detto, sono emerse responsabilità a carico di due donne e di un ulteriore uomo, “amico fraterno” del Quattrocchi, il quale durante il periodo di prigionia di quest’ultimo, su richiesta del Ruggeri, si sarebbe recato a casa del sequestrato a prendere la biancheria, rassicurando nella circostanza la moglie del Quattrocchi.

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