Santo Stefano in Aspromonte (Reggio Calabria). Terza ed ultima volta, si spera. Se lo augurano i genitori, ed i soccorritori, che la notte scorsa, alle ore 3,00, dopo 20 ore di ricerche hanno ritrovato D.M., 31 anni, che ieri mattina alle 7 si era persa nel bosco a Gambarie, per la terza volta. Il 9 agosto, il 15, e ieri. Questa volta le ricerche sono state più complicate, in quanto i genitori non hanno saputo indicare il punto esatto in cui la giovane si era inoltrata nel bosco. Si è poi appurato che la giovane era risalita lungo la pista centrale di piazza Mangeruca, ed aveva percorso la distanza che separa la prima pista dall’altra, che si affaccia nella zona del laghetto, a qualche chilometro di distanza. Le squadre dei soccorritori sono state composte dagli uomini del Corpo forestale dello Stato, il Soccorso alpino della Guardia di Finanza, i vigili del fuoco del Distaccamento volontario di Gambarie, la polizia provinciale, i Carabinieri. A battere palmo a palmo l’Aspromonte questa volta erano state chiamate le squadre Saf e le unità cinofile, di Reggio Calabria e Vibo Valentia. Un dispositivo di emergenza che, puntualmente, ha dato i suoi frutti quando alle 3 di notte i soccorritori hanno ritrovato la giovane, che per trovare riparo dal freddo della notte in montagna, si era rifugiata in un capanno alle spalle di Monte Scirocco. La giovane, affidata ancora una volta ai sanitari del 118 e accompagnata alla Caserma dei Carabinieri di Santo Stefano in Aspromonte, ha potuto quindi riabbracciare i genitori.
Val la pena di ricordare che mai, in nessun caso, è prudente avventurarsi nei sentieri di montagna da soli. Madre natura, per quanto benigna, va affrontata col dovuto rispetto. Le precauzioni non sono mai troppe, innanzitutto essere sempre in compagnia, possibilmente di qualcuno che già conosce i luoghi, e in ogni caso comunicare sempre a qualcuno, prima della partenza, il punto da cui ci si muove e la destinazione che ci si prefigge. Ciò serve intanto a far sì che qualcuno allerti i soccorsi tempestivamente in caso di ritardo, e al contempo a facilitare le operazioni di salvataggio, dando modo di circoscrivere la zona di interesse operativo. Per le lunghe escursioni, anche se ci si addentra nel bosco di giorno, col sole, e si conta di tornare prima del calar della sera, è comunque buona prassi portare nello zainetto un capo d’abbigliamento più pesante, e magari anche una coperta. Nel caso si fosse costretti a passare la notte all’addiaccio, l’escursionista previdente ringrazierà il cielo di aver trovato lo spazio nello zaino anche per la coperta. Una capiente borraccia d’acqua, una mappa della zona di facile lettura, una bussola-altimetro, una torcia elettrica, un coltellino multiuso e una corda di almeno 10 metri da 8 millimetri, completano il kit strettamente necessario, che deve comprendere anche cerotti, disinfettante, ovatta e bende.
Fabio Papalia