Il procuratore generale Salvatore Di Landro al sit in Reggionontace: «Lo Stato non ha dato una risposta adeguata»

Reggio Calabria. È un Salvatore Di Landro sereno ma che non sottovaluta l’escalation di intimidazioni che lo ha visto bersaglio della ‘ndrangheta fin dallo scorso gennaio. Il procuratore generale, questa sera è sceso sotto casa e ha parlato ai cittadini che hanno dato vita al sit in organizzato dall’associazione Reggionontace. Qualche passo fuori dal portone del condominio, devastato questa notte da un ordigno ad alto potenziale, Di Landro non nasconde l’amarezza. «È un momento pesante e difficile, sono confortato dalla vostra presenza, dovete essere vicino alle istituzioni – ha detto rivolto ai cittadini – e aiutarle. Quel che è successo non è una cosa bella neanche a livello d’immagine, non è piacevole che la città debba vivere momenti come questi». La legittima amarezza, però, non va confusa con scoramento. «Significa – prosegue infatti Di Landro – che c’è da lottare, anche con la vostra presenza, per sconfiggere questo cancro. Mi auguro che dai giovani venga l’aiuto a sconfiggere il fenomeno. Non posso nascondere l’amarezza per la città, che vive una realtà come questa, che dobbiamo affrontare a testa alta, cercando di stare coesi». «Abbiamo di fronte – continua – un nemico molto forte, perché rinnova i suoi atti, vuol dire che lo Stato non ha dato una risposta adeguata. Il fenomeno mafia è sempre qui, l’auspicio è stare vicini, evitare le polemiche ed essere sereni e riflessivi». L’ultimo messaggio, è rivolto indirettamente ai vigliacchi che hanno depositato l’ordigno e a mandanti ed esecutori degli attentati precedenti: «Sono stato attaccato in modo sempre più duro, continuerò a fare il mio dovere con la massima serenità, serietà e buona fede».

Maria Giordano
(photo Asa)

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