Cerzeto. I cittadini di Cavallerizzo tornano in piazza per dire no alla delocalizzazione

Cerzeto (Cosenza). Nuovamente in piazza gli abitanti di Cavallerizzo, frazione di Cerzeto, che mal sopportano l’idea di spostarsi nelle nuove residenze concepite dalla Protezione Civile e dalla Prefettura di Cosenza, che del progetto è l’Ente Attuatore. Ragioni affettive e non solo hanno indotto alcuni di loro a rifiutare le sistemazioni offerte ed a esprimere un dissenso che nella giornata di oggi si è concretizzato con una protesta organizzata dal comitato “Cavallerizzovive” ed alla quale hanno dato pieno sostegno la Cgil ed Italia Nostra. Significativa la presenza tra i manifestanti di alcune persone giunte fino a Cerzeto direttamente dall’Aquila, componenti dell’associazione “3.322 e che dopo il terremoto dello scorso anno sono state costrette a lasciare le loro abitazioni. Schierati sulla posizione di un netto rifiuto rispetto alla delocalizzazione che li sposterà in modo definitivo dalle strade e dall’atmosfera del centro storico del capoluogo abruzzese, stanno sostenendo la battaglia dei cittadini di Cavallerizzo non ci stanno ad abbandonare le case per le quali hanno speso soldi e dove conservano momenti importanti delle loro esistenze. Il 7 marzo di 5 anni fa uno smottamento franoso portò allo sgombero dell’intera area, ma oggi le diverse decine di persone presenti al sit-in dicono che la situazione è radicalmente mutata. A gran voce, infatti, affermano: “Che solo una parte della frazione è interessata alla frana, il resto del centro storico è intatto. Perchè non possiamo tornarci? E poi per tre giorni a settimana abbiamo il permesso di andarci. In quei giorni la frana si ferma? Non è ugualmente pericoloso?”. C’è stato qualcuno che ha deciso di compiere passi formali, rinunciando ufficialmente alla residenza assegnatagli e chiedendo in cambio un risarcimento che, tuttavia, non è stato accordato. Sono in tanti a battere il tasto dello sperpero di risorse pubbliche per la realizzazione della cosiddetta “new town”, i cui lavori dovrebbero essere ultimati entro i prossimi quattro mesi. Nei cartelli esibiti dai manifestanti è ben visibile tutto il senso della protesta: “No alla New Town”, “Sprecopoli” e “60 milioni di euro buttati al vento”. Antonio Madotto, che del comitato “Cavallerizzovive” è il segretario, ha spiegato che “Anche la Soprintendenza calabrese ha imposto l’obbligo del recupero dell’antico abitato di cui si chiede l’attuazione del restauro per non fare scomparire le tradizioni etnico linguistiche arbereshe. Chiediamo di salvaguardare il vecchio paese senza togliere niente a nessuno”. Di parere diametralmente opposto è l’Amministrazione comunale di Cerzeto che con un comunicato diffuso in giornata ha rivendicato che “la stragrande maggioranza è stretta intorno al progetto di ricostruzione difeso e sostenuto dall’attuale amministrazione in tutte le sedi e con ogni mezzo”. Il Sindaco Giuseppe Rizzo e l’assessore alla Ricostruzione Giuseppe Giunta rimarcano che la soluzione individuata rappresenta l’esito di un processo decisionale “condiviso dalla quasi totalità dei cittadini di Cavallerizzo, supportati e difesi sin da subito dal Comitato per Cavallerizzo che ha sostenuto e aiutato, con puntuali interventi, sia lo studio preliminare progettuale che la successiva fase esecutiva. A supportare il progetto c’è stata una “raccolta formale e giuridicamente inoppugnabile di adesioni durante l’elaborazione progettuale e con la condivisione delle unità abitative mediante incontri, protrattisi per alcuni mesi, presso l’Ufficio del Soggetto attuatore alla Prefettura di Cosenza e che hanno coinvolto l’intera popolazione. Tutti gli enti locali hanno condiviso la scelta di delocalizzare l’abitato di Cavallerizzo con deliberazioni formali sin dalla conclusione degli studi sulla pericolosità del vecchio abitato, dall’Amministrazione comunale, alla Provincia di Cosenza ed alla Regione Calabria. Nulla è stato imposto dall’alto”.

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