Crotone. Rosa Fico, moglie di Giovanbattista Carelli, l’uomo deceduto nell’estate di tre anni fa a causa di un infarto che non sarebbe stato adeguatamente curato dai medici, ha inviato una lettera al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, insoddisfatta e delusa dalla lentezza con cui sta facendo il suo corso l’iter giudiziario avviato nell’immediatezza del decesso. La vicenda risale al 30 luglio del 2007 quando il marito, a causa di fastidi insistenti al torace, si recò preoccupato in ospedale. Lì chi se ne sarebbe dovuto prendere cura, sostiene la donna, si limitò ad ordinare l’effettuazione di un elettrocardiogramma senza compiere realmente una visita del paziente che, così, rientrò presso la propria abitazione dove spirò . L’accusa di Rosa Fico, che subito denunciò il caso, è che i medici furono talmente superficiali da non rendersi conto che era in atto un’ischemia da cui poi scaturì l’infarto che troncò l’esistenza dell’uomo che lasciò, oltre alla moglie, due bambine, rispettivamente di 4 anni e di 9 mesi. Quel che successe dopo, sotto il profilo giudiziario, è scritto nella lettera inoltrata al Capo dello Stato: “Il 4 febbraio 2010 di quest’anno è stata depositata dal gip l’ordinanza di imputazione coatta per due medici. Per un terzo medico c’era già, dal 2008, la richiesta di rinvio a giudizio. Per un quarto medico coinvolto e per l’infermiere triagista, che al dolore toracico acuto non traumatico ha assegnato il codice verde, non si sono neppure aperte le indagini, sebbene richieste da parte offesa. L’ordinanza di imputazione coatta del 4 febbraio è l’ultimo aggiornamento giudiziario che ho, mentre, ancora, aspetto la comunicazione circa la data dell’udienza preliminare”. Rosa Fico è profondamente amareggiata e, per questo, invoca che “sia fatta giustizia per Giovanni, altrimenti e’ come se me lo ammazzassero una seconda volta: malasanità e denegata giustizia’”.
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