Reggio Calabria. È stato il delfino di Gianfranco Fini, è a lui che deve grandissima parte della sua fortunatissima carriera politica. Quel ragazzone pragmatico, con la passione del basket, assurto prima ai vertici dell’organizzazione giovanile del Movimento sociale italiano, campioncino poi di Alleanza Nazionale, ha “mollato” il suo maestro. In politica, si sa, i matrimoni durano ancor meno che nella vita reale. E così Giuseppe Scopelliti, governatore della Regione Calabria, coordinatore regionale del Pdl, ha ufficializzato la sua scelta di campo. Del resto la sua decisione era già ben nota. Basti pensare all’indifferenza con cui, durante il suo ultimo comizio elettorale nella sua Reggio per la corsa alla presidenza della Regione, il pubblico aveva accolto il nome di Gianfranco Fini. In altri tempi si sarebbero spellati le mani, quella volta però il nome è stato accolto da un silenzio assordante. Ormai i suoi seguaci applaudono solo Scopelliti, e Maurizio Gasparri. L’undicesimo assessore di Reggio, come fu definito durante l’amministrazione Scopelliti, per le sue frequenti puntate in riva allo Stretto, ha preso il posto di Fini nel cuore di Scopelliti, un cuore che palpita per il cavaliere di Arcore.
Con la polemica che infuria a livello nazionale tra Fini da una parte, espulso dal Pdl e fondatore del Fli, e Silvio Berlusconi dall’altra, con gli ex colonnelli di Fini, anche per Scopelliti è giunto il tempo di prendere posizione ufficiale. E così, in un’intervista rilasciata a “Il Giornale”, Scopelliti fa outing.
«Il passato ce lo portiamo dentro. Nessuno nega niente alla mia storia. Ma la battaglia è di prospettiva. Nonostante tutta la mia storia, credo che oggi chi possa rappresentare fino in fondo le mie idee, il mio sogno di Paese è Berlusconi, è il Pdl».
Nessuna tentazione separatista per il neo governatore, dunque, che vuole restere saldamente in sella al Pdl calabrese: «Non è una decisione presa adesso. Risale a quando ho aderito al Pdl, anche perché oltre a essere governatore della Calabria, sono anche coordinatore regionale. La scelta di restare in un partito in cui credo profondamente è stata automatica quando si è creato questo momento di conflitto. Il Pdl è la mia casa. C’è chi la spaccatura la vuole accentuare, c’è chi fa finta di voler ricucire. Nel centrodestra c’è un grande leader, Berlusconi, dopo di lui Fini è un altro importante leader. Perché questo non dovrebbe costituire una ricchezza per il centrodestra proprio mentre nel centrosinistra c’è una carenza enorme di progetti, programmi e leadership?». « I giochini non vanno bene – avverte Scopelliti – non è giusto logorare questo governo che ha dato risposte. Berlusconi è stato chiaro: o si ricrea una maggioranza pur nella distinzione dei ruoli oppure si va al voto, anche se questa prospettiva delle urne si è allontanata negli ultimi giorni».
Fabio Papalia