Usura. Battaglia (PD): «Si può lanciare sfida a sistema legale del credito»

Reggio Calabria. Il Centro studi della Confartigianato di Mestre nella sua ricerca annuale sul fenomeno dell’usura ha posto la nostra regione al secondo posto in Italia come territorio per diffusione del sistema illegale del credito. Da anni nella qualità di Segretario provinciale di Reggio denuncio una criticità sempre più crescente dell’erogazione del credito alle imprese, una maggiore invadenza della ‘ndrangheta nel circuito dello strozzinaggio, una diffusione enorme degli sportelli usurai.
Le linee di politica creditizia dei colossi bancari, l’assenza di banche legate al territorio, l’introduzione di norme europee poco confacenti con il tessuto produttivo calabrese e meridionale, la devastante crisi finanziaria, hanno via via chiuso le porte per accedere al credito legale sia a breve termine, sia a medio e lungo termine alla piccola imprenditoria. Questa situazione è stata ulteriormente aggravata dall’assenza di forti Confidi, capaci di operare e offrire solide garanzie alle aziende che ne avevano bisogno. La politica tutta negli ultimi venti anni ha sottovaluto l’esperienza e l’utilità delle strutture di garanzia che avevano bisogno per crescere di dose massicce di finanziamento per diventare strumenti strategici nell’accompagnamento delle imprese presso gli istituti di credito.
Non si è intervenuti, malgrado le pressanti richieste delle associazioni di categoria, sui fondi ordinari di garanzia e soprattutto sui fondi di prevenzioni all’usura. Anzi rispetto a questi fondi, le poche risorse che sono arrivate dallo Stato non hanno potuto innescare un circuito estremamente positivo, per l’atteggiamento del sistema bancario che ha sempre opposto un netto rifiuto alla concessione di prestiti ad imprese che potenzialmente si incamminavano sulla strada dell’usura.
Per queste imprese, in spregio alla legge che prevede un intervento dei fondi con una garanzia pari al 80% del credito erogato, le banche hanno sempre preteso il 100% cioè rischio zero. In questo contesto, purtroppo il credito usuraio è cresciuto e crescerà a dismisura. Si accontenta di poche garanzie, è velocissimo, ha sportelli presenti nei luoghi più impensati, non ha burocrazie e procedimenti da osservare. Inoltre ha iniziato da un paio di anni ad avere una liquidità enorme soprattutto da quando la ndrangheta economica ha messo da parte alcune remore e non si limita più a consentire a persone contigue la gestione dell’affare ma è entrata direttamente nella attività. Cosa fare? Oggi, più che mai è necessaria, una strategia nazionale che costringa intanto le banche Italiane a modificare alcuni atteggiamenti in termine di politica del credito; occorre rendere flessibile le regole di Basilea 3 ed, infine, se ci sono le risorse della famosa Banca del Sud di Tremontiana memoria destinare le stesse utilizzando strumenti nuovi a garanzia delle imprese. Questo per prevenire l’usura. Per le vittime, invece dell’usura occorre rivedere la legge attuale che presenta zone d’ombra che spesso non consentono una risposta certa ed immediata alle persone che si ribellano, denunciano e comunque vogliono continuare l’attività. Sul piano locale, invece, è necessario accelerare le procedure per utilizzare i 50 milioni di euro destinati dalla Regione e affidati a Fincalabra che dovrebbe, secondo la legge, operare con i confidi. Da questo punto di vista, se vi sono difficoltà operative si possono apportare delle modifiche alle scelte operate dalla precedente maggioranza regionale. È necessario poi che i Comuni tutti e le Province unitamente alle Camere di commercio capiscano che in termine di intervento finanziario possono giocare un grande ruolo positivo. Io credo che se vi è una presa di coscienza vera da parti di tutti gli attori istituzionali e i protagonisti della nostra economia si può lanciare la sfida al sistema legale del credito e, quindi, alle banche e al sistema illegale del credito e dunque all’usura e alla mafia. Non solo si può lanciare ma, soprattutto, si può vincerla in un periodo breve.

Avv. Demetrio Battaglia
Consigliere Regionale PD

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