Reggio Calabria. Ultimo fine settimana di agosto, località Villaggio dei Giovani, una trentina di giovani scelgono di impiegare quattro giorni della loro estate per dedicarsi alla formazione e in particolare ad una riflessione sulle proprie emozioni. Tutto questo grazie all’esperienza formativa residenziale organizzata dall’Associazione Attendiamoci Onlus, che ha avuto come titolo “PROJECT EMOTIONS: Progettiamo le Emozioni!”. L’iniziativa nasce dalla presa di coscienza che oggi più che mai è importante imparare a conoscere e gestire le proprie emozioni, al fine di poter al meglio elaborare una metodologia di scelta per il proprio progetto di vita. Molto infatti è il tempo che i giovani dedicano a studi di vario genere, soffermandosi poco a riflettere sul peso che le emozioni esercitano sulle scelte quotidiane. La parte relativa ai contenuti è stata trattata da Don Valerio Chiovaro – presidente dell’associazione Attendiamoci – con una serie di interventi sulla natura ed il significato delle emozioni. Emozione, da ex-movere, significa mettere in movimento, quasi un obbligo a non restare inerte a fronte del messaggio trasmesso. In una società i cui valori principali sembrano essere la compravendita e il marketing, si cerca ormai di “vendere” anche le emozioni, la pubblicità ad esempio è una continua manipolazione delle emozioni e non è un caso che tra quelle più diffuse ci sia il narcisismo, che si pone alla base del consumismo e si fonda sull’”incubo della perfezione” che molti giovani – e non solo – vivono, lanciandosi in una sfrenata caccia al vestito firmato, al taglio all’ultima moda, al cellulare più “figo” etc… Sarebbero i beni consumistici, al giorno d’oggi, ad essere considerati “oggetti trasformazionali”, cioè gli strumenti per soddisfare i propri bisogni, il tutto a discapito delle vere emozioni che la vita ci offre, come la bellezza dell’incontro con l’altro, la contemplazione, lo stupore. Uno dei problemi emersi durante questi quattro giorni di esperienza residenziale, è che nella società odierna non si vivono rapporti autentici, significativi, ed avendo tutte le emozioni una connotazione relazionale, questo grava sulla possibilità di viverle veramente e pienamente. Ampio spazio è stato dato, anche alla spiritualità ed a momenti di riflessione personale seguiti da un confronto di gruppo. La bellezza dell’esperienza è stata inoltre condita dai legami nati tra i partecipanti, i quali attraverso la rinuncia a quelli che forse sarebbero potuti essere i loro ultimi giorni di vacanza, hanno attinto l’uno dall’unicità dell’altro, condividendo momenti densi di significato e imparando a conoscere meglio se stessi, analizzando il proprio trascorso di vita ed attuando una profonda introspezione. Significativo, infine, il fatto che il tutto si sia svolto al Villaggio dei Giovani, bene confiscato alla ‘ndrangheta, vero e proprio oggetto trasformazionale, punto di riferimento per la popolazione giovanile reggina, dove per tutta l’estate sono stati coinvolti tantissimi giovani attraverso attività giornaliere, dai balli sociali in spiaggia all’acqua gym, dai tornei di beach volley alla ginnastica in acqua…dove ci si educa all’attenzione all’altro, al crescere insieme, al servire, in un’unica espressione ad assumere un approccio alla vita più cristiano.
Valorizzare i beni confiscati, accelerando i processi di assegnazione e utilizzo
Milano - Valorizzare i beni confiscati presenti in Lombardia, mettere a sistema ogni informazione utile ad accelerare i processi di...
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