Palermo. Vasta operazione del Comando Provinciale Carabinieri di Palermo contro il fenomeno delle scommesse clandestine. I controlli hanno interessato oltre alla città di Palermo anche i comuni di: Bagheria, Ficarazzi, Misilmeri e Carini. Nel mirino dei Carabinieri sono finite le piazze e le strade situate nei pressi delle ricevitorie regolari dove – come hanno potuto costatare i militari – si appostano broker clandestini per attirare gli scommettitori. I servizi hanno abbracciato tutta la città e i centri dell’immediato hinterland: da piazza Valdesi (Mondello), a piazza Tommaso Natale, da via Pitrè (Altarello) a via Scaglione (Borgo Nuovo), per continuare a Corso dei Mille (Brancaccio), via Volturno (Tribunale) e via Mariano Stabile (Centro) e si sono articolati per più giorni al fine di individuare i ritrovi all’aperto teatro delle combinazioni illegali: luoghi nascosti in vicoli secondari e bui, utili a sottrarre clienti ai punti scommesse ufficiali e autorizzati per effettuare giocate illegali (le “illegal bets” del linguaggio anglosassone) con una rapidità sorprendente. Per questo, quando sono scattati gli interventi, in concomitanza con l’avvio del campionato di calcio con la punta delle scommesse all’apice, l’azione dei militari ha richiesto velocità e sorpresa per evitare la dispersione delle prove. Molti broker, infatti, all’arrivo dei militari hanno cercato di disfarsi delle cedole delle scommesse giocate e dei taccuini sui quali annotano le giocate, ritrovati anche nell’immondizia accartocciati o strappati. Al termine dei controlli sono state denunciate trenta persone di cui nove clienti, tutti locali. Infatti, la legge che vieta il gioco clandestino punisce sia chi organizza la raccolta di scommesse sia chi vi partecipa effettuando le giocate. Le sanzioni sono particolarmente severe. Per chi organizza le scommesse clandestine sulle principali competizioni, è prevista la reclusione da sei mesi a tre anni. Il giocatore invece va incontro a un’ammenda sino a 516 €. Malgrado i rischi tuttavia molti giocatori preferiscono il canale clandestino perché i guadagni promessi sono più alti ed è possibile giocare anche dopo l’inizio degli eventi sportivi (partite, corse di cavalli, ecc.). Di conseguenza, il sistema si alimenta da sé e produce guadagni consistenti. Non è stato possibile stabilire quante persone abbiano effettuato le puntate. Quel che è certo è che ai broker clandestini sono stati sequestrati complessivamente oltre 3.000 €, una cifra ragguardevole, tenuto conto che il blitz è scattato contemporaneamente in più punti della città e della provincia e le attività sono state interrotte alle prime giocate. E poi il banco vince sempre. Si è appurato, infatti, come in alcuni casi scatti un meccanismo raffinato di copertura delle giocate. A fronte di puntate elevate con possibilità di vincite consistenti per lo scommettitore, il broker prima di accettare si rivolge a un complice che provvede ad effettuare la stessa giocata presso una ricevitoria regolare, spesso collocata a distanza da quella innanzi alla quale si svolge l’attività clandestina. Di conseguenza, se la vincita si realizza, il broker perde solo la differenza rispetto alla giocata più alta concessa allo scommettitore clandestino. Ma certamente incassa – esentasse – tutte le scommesse perse. Tali meccanismi fanno pensare a una vera e propria organizzazione cui potrebbe non essere estranea la mafia. Di questo si stanno interessando ora i Carabinieri di Palermo per ricostruire la catena dell’illecito. Gli esempi recenti non mancano. È del febbraio 2009 l’operazione “Senza Frontiere” condotta a Villabate dal Reparto Operativo Carabinieri di Palermo. In quella circostanza è stato provato l’interesse del boss D’Agati e della sua famiglia nell’attività di due “agenzie” di scommesse sportive oggetto anche di sequestro beni ai sensi della normativa antimafia. D’Agati è risultato essere il reale titolare delle due agenzie sequestrate, gestite ed intestate fittiziamente a prestanome, anche loro tratti in arresto, le quali avevano la funzione di “ripulire” ingenti quantitativi di danaro illecito, impiegato per alimentare attività economiche e per provvedere al sostentamento dei familiari degli affiliati già detenuti.
Valorizzare i beni confiscati, accelerando i processi di assegnazione e utilizzo
Milano - Valorizzare i beni confiscati presenti in Lombardia, mettere a sistema ogni informazione utile ad accelerare i processi di...
Read more