Cinquefrondi (Reggio Calabria). Pensava che una catasta di tavole accantonate in un garage, dove teneva tutti gli attrezzi da lavoro, potesse aiutarlo a celare la detenzione della sua pistola, ma questa mattina, Michele Bonavita di 32 anni, ha dovuto fare i conti con la realtà, constatando che quell’espediente non era bastato per evitargli il carcere. Nel garage del giovane, infatti, i Carabinieri hanno trovato una pistola Pietro Beretta, modello 34, calibro 7,65, con la matricola abrasa ed in perfetto stato di conservazione, tanto che le prime verifiche hanno permesso di appurare che l’arma era perfettamente funzionante e tenuta con le dovute precauzioni.
L’operazione dei Carabinieri, diretta dai militari della Compagnia di Taurianova, in collaborazione con quelli della Stazione di Cinquefrondi, è scattata alle prime luci dell’alba con la perquisizione dell’appartamento del giovane muratore. Conclusi gli accertamenti nell’abitazione le operazioni di ricerca sono state estese alle pertinenze, tra cui due garage ed uno scantinato, ma anche in questa circostanza con esito infruttuoso. Il diretto interessato, pensando di averla fatta franca, ha tentato di negare l’uso di un terzo garage, ma i militari hanno iniziato a nutrire dei sospetti non avendo trovato l’autovettura del muratore, anche se questo aveva cercato di giustificarne l’assenza, asserendo di averla portata da un meccanico di un altro paese. La conferma che quelle esternate erano solo delle scuse per eludere i controlli i carabinieri l’hanno ottenuta in maniera abbastanza singolare; infatti in un garage, che i militari ritenevano essere riconducibile alla persona oggetto degli accertamenti, vi era esposto uno dei classici cartelli per cedere in locazione la struttura con riportato il relativo numero di cellulare del proprietario. E’ bastato quindi comporre il numero per notare il telefono del muratore che squillava e per mettere l’interessato nelle condizioni di dire necessariamente la verità.
Una volta vistosi con le spalle al muro il giovane ha ammesso di utilizzare in maniera esclusiva quel garage, tanto che poco dopo apriva la saracinesca con un telecomando che deteneva nella propria abitazione. All’interno vi era la macchina dell’interessato, i suoi attrezzi da lavoro ed, appunto, la catasta di tavole che in edilizia vengono solitamente utilizzate per le armature del cemento. Sotto le innumerevoli tavole i carabinieri sono quindi riusciti a trovare una busta di plastica che conteneva, oltre alla pistola, 50 proiettili per quell’arma, dei quali alcuni con le ogive tronco coniche a punta cava, che ne aumentano il potenziale lesivo. L’arma è risultata essere del tipo “clandestino” perché aveva la matricola abrasa, circostanza, questa, per la quale l’interessato, oltre alla detenzione dell’arma e delle munizioni, dovrà anche rispondere del reato di ricettazione.
Sono ancora in corso le indagini da parte dei Carabinieri per capire a quale titolo e con quali finalità l’incensurato detenesse l’arma. Per questa ragione la pistola verrà inviata ai laboratori dei RIS di Messina, dove le perizie balistiche saranno in grado di sciogliere alcune incognite attinenti alla provenienza dell’arma e ad eventuali delitti nei quali potrebbe essere stata utilizzata. L’interessato, in attesa dell’interrogatorio di garanzia, è stato ristretto presso il Carcere di Palmi.
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