Messina. Emergenza rifiuti: arrestate 4 persone

Messina. Nella giornata di ieri, i Carabinieri della Stazione di Gazzi, in collaborazione con i militari del Nucleo Operativo Ecologico di Catania, nell’ambito dei controlli finalizzati al contrasto dei reati di tipo ambientale, hanno arrestato quattro cittadini messinesi responsabili di raccolta e incendio di rifiuti speciali pericolosi e non, in assenza di autorizzazione, scarichi di acque reflue industriali senza autorizzazione e getto pericoloso di cose. In proposito, con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 luglio 2010 è stato dichiarato sino al 31 dicembre 2012 lo stato di emergenza per lo smaltimento dei rifiuti urbani nel territorio della Regione Siciliana. La dichiarazione del citato stato di emergenza permette l’applicazione in Sicilia della più grave disciplina sanzionatoria prevista dal D.L. 172/2008 convertito in Legge 210/2008, riguardante misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti ed in passato già applicata nella Regione Campania.
A finire in manette sono, Giorgio Santoro 51enne, Rosario Santoro 18enne, Luigi Di Dio 28enne ed Rosario Aloisi 30enne, incensurato tutti messinesi di nascita. I quattro sono stati sorpresi dai militari dell’Arma mentre, all’interno del capannone di proprietà di Giorgio Santoro, svolgevano l’attività di gestione di rifiuti speciali pericolosi e non, mediante la combustione di parti meccaniche allo scopo di separare frazioni merceologiche per ottenere altri metalli/leghe, tra cui rame, ferro ed acciaio.
In particolare, secondo quanto emerso nel corso degli accertamenti dei Carabinieri, gli scarti delle lavorazioni confluivano, tramite lo scarico dei reflui industriali, direttamente sulla pubblica via, in assenza di processi depurativi con grave danno per la salute pubblica. Al termine delle attività, i Carabinieri della Stazione di Gazzi ed i colleghi del Nucleo Operativo Ecologico di Catania hanno sottoposto a sequestro un capannone di circa 2.000 mq., nonché un cassone di 20 mc. ricolmo di rifiuti speciali e non, ed un autocarro Iveco che veniva verosimilmente utilizzato per il trasporto del materiale.

Exit mobile version