Fondi UE in Calabria. I giovani del Ppe mettono in guardia sul cattivo utilizzo

La Calabria rischia di perdere circa 80 milioni di euro da destinare all’agricoltura per l’incapacità di spenderli. Bisogna fare presto, entro dicembre. Altrimenti i soldi resteranno nelle casse di Bruxelles. A fare i calcoli è il Sole 24 ore di mercoledì 15 settembre che evidenzia come in tutte le regioni del Sud il divario tra importo stanziato nei Piani di Sviluppo Rurale e importo speso risulta elevato. Se poi vi aggiungiamo l’analisi sull’utilizzo del Fondo Sociale Europeo e del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale in quadro è tutt’altro che confortante. Il FSE, che attraverso il POR ha tra gli obiettivi quello di finanziare una serie di politiche attive per il mercato del lavoro al fine di combattere e prevenire la disoccupazione e il miglioramento della formazione e dell’istruzione, a fronte di un contributo totale per il periodo 2007/2013 di oltre 860 milioni di euro, ne vede impegnati solo 113.751 milioni pari al 13,22%. Se poi analizziamo il totale di pagamenti effettuati la percentuale cala al 7,73%.
Il FESR invece, nato tra l’altro per supportare lo sviluppo del PMI e le infrastrutture correlate ai settori della ricerca e dell’innovazione, trova percentuali di spesa ancora più bassi a fronti di un contributo totale che sfiora i 3 miliardi di euro per la programmazione 2007/2013. Le cause di questo disastro sono da ricercare soprattutto nell’incapacità di attivare le procedure adeguate in un apparato estremamente burocratizzato come il nostro, della scarsa propensione a fare rete tra gli Enti Locali, della mancanza di una diffusa informazione presso i cittadini sull’esistenza dei fondi comunitari, dei mille cavilli tra i quali gli stessi fruitori dei finanziamenti devono districarsi.
Il rischio è  quello del “disimpegno automatico”, vale a dire la sottrazione dei finanziamenti non spesi, che una Regione come la nostra dovrebbe certamente evitare in una fase di contrazione dell’occupazione, trattenere finanziamenti non solo rappresenta un vero disastro quanto una elevata responsabilità sociale dalla quale la politica non può esimersi. Basterebbe alla fine una maggiore capacità di spesa dei fondi, che altro non sono che soldi nostri, per contribuire innegabilmente a riattivare diversi settori dell’economia, a creare occupazione, a sostenere l’imprenditoria e rianimare il settore della formazione, dell’istruzione e della ricerca.
Domenico Rositano
Coordinatore Calabria Giovani Italiani del PPE
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