Messina. Rientrate oggi nella Chiesa di Giampilieri le opere d’arte salvate dall’alluvione del 2009

Messina. Le opere d’arte salvate dall’alluvione, che colpì Giampilieri, e conservate al Seminario arcivescovile sono rientrate stamani nel villaggio e risistemate nella chiesa madre di S. Nicola. Dopo le intese che il sindaco di Messina, on. Giuseppe Buzzanca, quale commissario soggetto attuatore per il superamento dell’emergenza nelle zone alluvionate, ha concordato con la Curia e la Soprintendenza, oggi si sono completate le fasi di trasferimento delle opere, a cui ha partecipato la dott.ssa Giovanna Famà, responsabile della funzione 3 supporto tecnico-amministrativo del soggetto attuatore. Il sindaco Buzzanca ha evidenziato che “l’odierno adempimento si inserisce nel percorso che sta portando alla normalità; è un ulteriore messaggio di fiducia e di speranza, che si trasmette alle comunità così duramente colpite”. Del patrimonio artistico messo in salvo in quei giorni dalla chiesa di S. Nicola ed oggi ricollocato, vi è un consistente patrimonio pittorico risalente a XV, XVI e XVII secolo. Tra queste una tavola della scuola antonelliana della seconda metà del 1400 e una “Pietà” del pittore messinese Antonino Barbalonga, allievo del Domenichino, datata 1634, secondo lo storiografo messinese Giuseppe Grosso Cacopardo. Il quadro, conosciuto come l’Addolorata, si lega ad un episodio tramandato che sarebbe avvenuto a Giampilieri nel 1674, al tempo della rivolta di Messina contro la Spagna. Secondo alcune ricostruzioni soldati spagnoli entrarono in chiesa per trafugare il dipinto, e non riuscendovi, uno di loro sfregiò con l’alabarda la testa di un angioletto, tagliando la tela asportata più facilmente. Dalla lacerazione fuoriuscì sangue che coprì tutto il dipinto fino a lambire i gradini dell’altare e – come confermato da un atto del 21 ottobre 1675 conservato nell’archivio parrocchiale – l’atto sacrilego fu sventato. Rientrati anche a Giampilieri testimonianze di arte serica (tessuti, ricami) del XV secolo e opere lignee del XVI e XVII secolo.

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