Catanzaro. La convulsa agitazione che si registra nel mondo universitario italiano si presente nella forma della protesta anche a Catanzaro. I ricercatori della Facoltà di Giurisprudenza contestano aspramente il disegno di legge targato Gelmini e decidono di non prestare la loro competenza e la loro conoscenza nell’ambito dell’attività didattica. Una presa di posizione peraltro, perfettamente “conforme alla legislazione vigente, che di fatto attribuisce al ricercatore unicamente l’obbligo di svolgere attività di didattica integrativa, attività, questa, che verrà regolarmente garantita”. Con un comunicato diffuso in giornata i ricercatori spiegano che “ribadendo quanto già dichiarato nel documento, del 31 maggio 2010, di protesta all’inaccettabile quadro normativo disegnato dal legislatore in materia di riforma universitaria, confermano la loro indisponibilità a ricoprire incarichi didattici per questo anno accademico che non rientrino nell’ambito delle attivita’ previste dagli obblighi attuali di legge per la figura del ricercatore. Le iniziative di protesta – prosegue la nota – sono dirette ad evidenziare il profondo disagio nel quale si trova la categoria dei ricercatori universitari. Una categoria che, a fronte di un considerevole impegno, senza il quale le università non potrebbero mantenere attivi molti corsi di laurea, subisce forti penalizzazioni, sia sotto il profilo delle possibilità di carriera, sia sotto quello economico. La protesta appare oggi ancor più significativa, vista la recente reazione degli organi accademici di alcuni storici Atenei che, nel totale disprezzo delle legittime richieste dei propri ricercatori, hanno disposto la loro eventuale sostituzione con docenti esterni a contratto”.