Palermo. “Vent’anni fa l’uccisione del giudice Rosario Livatino lasciò tutti interdetti. Perché uccidere un giudice “ragazzino”, quali grandi responsabilità si era dovuto assumere? Dopo tanti anni appare sempre più chiaro che si volle colpire Livatino soprattutto per l’esempio di correttezza, abnegazione e moralità che esprimeva, malgrado la sua giovane eta’”. Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, ricordando il giudice Rosario Livatino, nel 20esimo anniversario della sua morte. “La figura di un uomo come Livatino – ha concluso il presidente – per la mafia non era tollerabile. Oggi quel sacrificio continua ad essere punto di riferimento, un modello di comportamento civile e professionale, da guardare ed emulare, non solo per l’impegno dei magistrati impegnati nella lotta alla mafia, ma anche per i cittadini e soprattutto per i giovani”.
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