Gioiosa Jonica. Con riferimento agli articoli apparsi sulla stampa locale e su alcuni siti internet, il gestore del ristorante-pizzeria “Agriturismo Villa Santa Maria”, ubicato nell’omonima località in Gioiosa Jonica, precisa quanto segue:
In data otto settembre 2010 l’attività da me gestita è stata oggetto di un sopralluogo ispettivo da parte di operatori del Nucleo Carabinieri Antisofisticazione di Reggio Calabria. Alla fine delle operazioni di rito, è stato rilasciato un verbale di ispezione igienico-sanitaria, nel quale si legge testualmente: “le condizioni igienico-sanitarie sono da ritenersi buone ed in linea con la normativa di settore e sul punto non si rilevano irregolarità. Nel corso delle procedure di ispezione, in un frigo/congelatore del tipo a pozzetto ubicato nella cucina e mantenuto a -18° venivano rinvenuti conservati privi di etichettatura kg 27 di prodotti ittici (gamberi) e kg 3 di prodotti carne (spiedini) che dallo stato di prodotto fresco venivano congelati utilizzando frigo di cui si è detto, tecnologicamente non idoneo allo scopo”. Per tale ragione, gli alimenti di cui sopra (27 kg di gamberi e 3 kg di spiedini) sono stati sottoposti a sequestro. Questi i fatti, nudi e crudi. Ho acquistato dei gamberi freschi pescati nel mar Jonio e della carne locale, quindi prodotti non industriali e privi di etichetta e li ho sottoposti a congelazione, come viene fatto in ogni abitazione da tutte le famiglie (gli storici ci dicono a partire dagli anni ’50, quando con la ricostruzione bellica ed il successivo boom economico degli anni ’60 nelle case degli italiani arrivò il frigorifero con congelatore). Il mio delitto è stato, quindi, di aver acquistato prodotti freschi locali e di averli congelati da me, invece di acquistare prodotti industriali venduti già congelati od etichettati da catene come la MAAR o altre, pescati magari nei mari della Cina, Argentina e via dicendo o allevati in modo intensivo con l’uso di prodotti chimici. Mi è stato detto che un ristorante non può fare questo. Ne prendo atto, ma la mia vita e la mia attività ne escono distrutte. I resoconti giornalistici hanno riferito di “alimenti in cattivo stato di conservazione”, di “alimenti avariati”, di “sequestro di 100 kg di prodotti carnei ed ittici per una valore di 5 mila euro”. Da quel giorno nel mio esercizio non entra più nessuno, a parte pochi amici intimi che conoscono perfettamente la correttezza del mio modo di operare e di fare ristorazione. Ho ventisei anni e dopo tanti sacrifici da emigrante, nel nord Italia, dove arrivavo a guadagnare come cuoco diverse migliaia di euro al mese, ho fatto la scelta di rientrare nel mio Paese. Pensavo di poter costruire qui il mio futuro, nella mia terra che tanto amo ed alla quale mi sento visceralmente legato. Evidentemente mi sbagliavo. Delle notizie errate e fuorvianti per l’opinione pubblica, apparsi sulla stampa, hanno distrutto tutti i miei sogni. Conosco le regole ed i meccanismi con i quali viene confezionata una notizia e mi rendo conto che gli organi di informazione si sono limitati a riportare le note stampa partite dal Comando Provinciale dei Carabinieri. Mi chiedo come è possibile che una nota stampa di una istituzione seria quale è l’Arma dei Carabinieri possa essere confezionata con notizie errate rispetto alla reale attività investigativa svolta con competenza e professionalità dai militi che si sono presentati nell’esercizio da me gestito. Ma di questo saranno i miei legali ad occuparsene. In questa sede voglio semplicemente esprimere tutto il mio sfogo, amarezza, delusione, chiedendo contestualmente pubblicazione ai sensi delle leggi vigenti in materia. Ringraziando anticipatamente per l’attenzione, colgo l’occasione per porgere cordiali saluti e per invitare personalmente presso il mio esercizio tutti i giornalisti che si sono occupati del caso, per sincerarsi personalmente delle condizioni in cui vengono conservati gli alimenti.
Sbagliare è umano, può capitare a tutti, anche ai Carabinieri. Comprendiamo lo sfogo del giovane gestore dell’Agriturismo “Villa Santa Maria”, e riteniamo che le sue ragioni siano più che valide, sacrosante. Tralasciando l’errore sulla quantità di merce sequestrata, che abbiamo visto erano 30 kg anziché 100, qualcuno potrebbe opinare che, se il frigo era “tecnologicamente non idoneo allo scopo” i cibi non vi potevano essere conservati a norma di legge. Forse è in ragione di questo aspetto che chi ha stilato la nota da diffondere alla stampa ha usato le parole “in cattivo stato di conservazione”. Nella sostanza, però, emerge tutta la buona fede del gestore, dal quale noi stessi preferiremmo farci servire i gamberi pescati nello Jonio e poi congelati, esattamente così come si fa in tutte le case degli italiani, che quelli imbustati dalla grande distribuzione. Accettiamo dunque senz’altro l’invito del gestore, non certo per visionare le cucine, sulle cui buone condizioni igienico-sanitarie si sono già espressi i Carabinieri del Nas, ma per una cena a base di pesce. Siamo certi di non incorrere in errore nel consigliare gli ottimi piatti serviti dal “Villa Santa Maria” anche ai nostri lettori.
Fabio Papalia