Gela (Caltanissetta). Torna a casa il Cratere Laconico. Il prezioso reperto (datato tra la fine del VII e l’inizio del VI sec. a.c.) è stato consegnato alla città di Gela dall’assessore Gaetano Armao, nel corso di una cerimonia tenutasi in mattinata nel locale museo archeologico dove il vaso greco è già esposto. Erano presenti, fra gli altri, il sindaco di Gela, Angelo Fasulo, il direttore del parco archeologico, Salvatore Guele e il soprintendente ai Beni Culturali, Matteo Scognamiglio. Il cratere, realizzato in ceramica (47 centimetri di altezza per 41 di diametro) risale alla fine del settimo – inizio del sesto secolo avanti Cristo, ed è stato attribuito dall’archeologo Conrad Stibbe al cosidetto “Pittore della caccia” (Laconian black glazed pottery). L’opera d’arte greca rarissima e di assoluto valore artistico ritrae, lungo la tazza, figure di animali, teste di gorgone sulle colonnette e teorie di danzatori sul bordo. “L’evento di oggi – ha detto l’assessore regionale Gaetano Aramo – fa parte di una complessiva strategia dell’assessorato dei beni culturali e dunque strettamente legato anche ad altri eventi come la restituzione della phiale di Caltavuturo destinata all’Antiquiarium di Himera, nel territorio di Termini Imerese, avvenuta otto giorni addietro”. “Nelle aree a forte vocazione industriale – ha continuato Armao – la risposta al momento di difficolta’ economica passa anche attraverso il rilancio della cultura che puo’ e deve rappresentare un momento di crescita e di sviluppo. Occorre pensare ad un mercato non solo concentrato sulla fruizione del mare, ma allargato a opportunità diverse come quelle offerte dalla cultura o dall’enogastronomia, elementi che permettono la crescita anche attraverso la destagionalizzazione del settore turistico”. Il Cratere e’ stato sequestrato in Svizzera nel corso dell’operazione “Andromeda” sottraendolo cosi al mercato clandestino. La coppa è stata riconosciuta dai Carabinieri del comando del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, su segnalazione di Giuseppe Bruggioni, un cultore autodidatta, con il contributo del presidente dell’archeoclub di Gela, Nuccio Mulè. L’opera, dopo il recupero, e’ stata esposta a Roma insieme ad altri reperti archeologici, all’interno del Colosseo, quindi restituita all’assessorato regionale dei Beni culturali dal ministero ed e’ stata esposta al museo Salinas con altre opere recuperate dalle forze dell’ordine, nel contesto della recentissima manifestazione “Notti preziose”. “Il ritorno del Cratere – ha affermato il direttore del parco archeologico, Salvatore Guele – rappresenta un vero e proprio evento per la città di Gela che si riappropria in tal modo di un’opera d’arte di notevolissimo valore in grado di accresce l’offerta culturale di tutto il comprensorio”.
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