Vibo Valentia. Era il 29 settembre del 1994 e nel tratto dell’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria compreso tra gli svincoli di Mileto e di Vibo Valentia una Y10 a bordo della quale viaggiava una famiglia californiana, la famiglia Green, fu affiancata da rapinatori che, pur di sottrarre il carico di gioielli che pensavano fosse sull’automobile, erroneamente scambiata per quella di un rappresentante, spararono all’impazzata. Erano in quattro i membri del nucleo familiare statunitense, il padre Reginald Green, la madre Fergie ed i figli, Eleanor e Nicholas. A morire, centrato dai proiettili fu proprio il piccolo Nicholas, 7 anni. Per quel barbaro delitto furono condannati in Appello Francesco Mesiano, 20 anni di reclusione e Michele Iannello cui fu inflitto l’ergastolo dopo l’assoluzione in primo grado. Oggi Iannello continua a professarsi innocente e lo fa dalle colonne della “Gazzetta del Sud” in un’intervista rilasciata durante un permesso premio. Lo dice con convinzione Iannello, sebbene la sentenza sia passata in giudicato già 11 anni fa: “Io non ho ammazzato Nicholas Green. Ho commesso altri gravi delitti, ma non questo”. Convertitosi durante gli anni trascorsi in reclusione, l’uomo, 41 anni, non nasconde il passato violento che ne ha segnato l’esistenza e spiega: “Facevo parte della ‘ndrangheta di Mileto. Ero componente di un clan legato ai Mancuso. Ho ammesso di essere responsabile di quattro omicidi, di rapine, danneggiamenti. Tutti fatti per i quali non ero indagato. L’unico delitto che non ho commesso è quello di Nicholas Green. Se l’avessi commesso per davvero l’avrei ammesso subito. Non ho e non avevo motivi per negare mie responsabilità in merito alla morte del bambino. In questi anni ho collaborato pienamente”. Una collaborazione che, tuttavia, non gli è valsa la tutela dello Stato, e che gli è costata l’interruzione delle relazioni con il resto della famiglia, se non altro per aver addebitato la responsabilità del delitto di Nicholas Green al fratello Giuseppe. Una tesi che non è stata sposata dai magistrati che, anzi, hanno rigettato l’istanza di revisione del processo, formulata dall’avvocato Claudia Conidi, non lasciando alcuno spiraglio rispetto al muro costruito con i mattoni della verità giudiziaria: Iannello è l’autore dell’omicidio di Nicholas Green.
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