Bisanzio, Costantinopoli, Istambul è una città che ha, da sempre, un fascino straordinario. Secondo un diarista russo, Stefano di Novgorod, Costantinopoli era il Faro del Mondo che emanava la Luce del Giorno, dell’Arte e della Fede. Mentre per Hans Christian Andersen è: “come una Venezia costruita dalla fantasia”. Mentre Edmondo De Amicis alla sua vista esclama: “Ecco Costantinopoli! Costantinopoli è sterminata, superba, sublime”. A questa magnifica città è dedicato Il Romanzo di Costantinopoli. Guida letteraria alla Roma d’Oriente (pp. 1.000 € 28,00) di Silvia Ronchey e Tommaso Braccini. E’ una raccolta delle tante pagine dedicate alla Nova Roma, in oltre mille anni dal 475 al 2003. Gli autori sono molti: da George Gordon Byron a Victor Hugo; da Ibn Battuta a Benianimo di Tudela; da Herman Melville a Le Corbusier; da Orhan Pamuk a Mark Twain; da Cristina Trivulzio di Belgioiso a Giacomo Casanova; da Aleksandr Sergeevic Puskin a Sergej Nikolaevic Bulgakov; da Gustav Flaubert ad Andrè Gide; da Jean Cocteau a John Dos Passos. Questi sono solo alcuni: per elencarli tutti sarebbe necessario scrivere un altro libro. E’ citato anche Corrado Alvaro con il suo Viaggio in Turchia (pp. 272 € 20,00) a cura di Anne-Christine Faitrop-Porta, Falzea Editore. Lo scrittore di San Luca visitò la Turchia nel 1931 scrivendo alcuni articoli che furono pubblicati sul quotidiano La Stampa dal 21 aprile 1931 all’8 aprile 1932. L’edizione presa in esame contiene anche una novella L’ultima delle mille e una notte, inserita nella raccolta Il Mare, e il capitolo sul 1931 del diario Quasi una vita con cui Alvaro vinse il Premio Strega nel 1951. Alvaro osserva i paesaggi e ascolta quanto dice la gente di Costantinopoli (una città senza tempo a suo dire), cogliendo l’unicità della sua posizione tra Oriente e Occidente. Nei brani citati nel volume Alvaro ritiene che la penisola su cui sorge Costantinopoli sia “un regno profondo e cavo” da cui “si sono arrotondate come bolle venute su da un mare abissale le cupole dei bagni, dei seminari, delle moschee”. Ravvisa un aspetto tragico nella parte bizantina del Museo di Costantinopoli e contempla “la colonna bruciata di Costantino che, un incendio spogliò della sua superficie di marmo, e ne lasciò lo scheletro, cosa mirabile, fierissima rovina”. Ammira, grazie alla compiacenza di un guardiano della Biblioteca di Mehmed Fatih, un libro proibito: una raccolta di novelle persiane illustrata con miniature. E negli angoli del libro piegati rivede le molte mani che “si erano compiaciute di sfogliarlo”. Lo colpisce una strada che “è un museo di pietre d’ogni natura e origine, il marmo su cui è tracciata una lettera romana, la pietra dov’è disegnata una foglia d’un fregio bizantino”. Racconta di un deputato che proponendo di trasformare la Piazza di Santa Sofia in una sorta di Place de la Concorde demolendo due bagni cinquecenteschi afferma: “Sono antichi, antichi di alcuni secoli; ma ne abbiamo tanta di questa roba nella nostra città”.
Tonino Nocera