Avetrana. Sarah Scazzi: trovato in fondo ad un pozzo il cadavere. Lo zio ha confessato

Avetrana (Taranto). E’ stato individuato alle 2 della notte, dopo ore di ricerche, il corpo senza vita di Sarah Scazzi, la ragazza di 15 anni scomparsa nel pomeriggio del 26 agosto ad Avetrana. I carabinieri hanno individuato il cadavere in fondo ad un pozzo dove è stata gettata dallo zio, Michele Misseri, che nella tarda serata di ieri è crollato sotto l’incalzare delle domande degli inquirenti. Un interrogatorio che ha avuto inizio alle 9:30 di mattina ed il cui epilogo inquietante è emerso dopo 13 ore dense di tensione all’interno del Comando provinciale dei carabinieri di Taranto. L’uomo ha ammesso le proprie responsabilità, dichiarando di avere strangolato la nipote e di essersi sbarazzato del corpo quel giorno stesso. Non vi sono ancora certezze sul movente dell’efferato omicidio, sebbene le indiscrezioni più accreditate rivelano che esso sia da ricercare nella circostanza che Sarah avrebbe respinto gli assalti di natura sessuale da parte del congiunto. Un rifiuto che avrebbe indispettito l’uomo al punto da minacciare la giovane cui intimò di non svelare le sue intenzioni. Una situazione difficile da sopportare per la 15enne che si sarebbe confidata anche con la cugina Sabrina, figlia dell’omicida e che proprio per questo motivo aveva pesantemente litigato con la vittima il giorno precedente la scomparsa. L’assassinio si sarebbe consumato all’interno del garage dell’abitazione di Michele Misseri che avrebbe poi nascosto nel bagagliaio dell’automobile il corpo senza vita della giovane per portarlo nel terreno di campagna dove è stato recuperato in fondo ad un pozzo nel corso della notte. Nel frattempo, si apprende che la conferenza stampa che si svolgerà presso il Comando provinciale dei Carabinieri di Taranto e che era stata originariamente fissata per le 11:00, avrà inizio solo al termine delle operazioni di recupero del cadavere della vittima che sono effettuate dai Vigili del fuoco e dagli specialisti del Nucleo sommozzatori dei carabinieri. Una procedura resa ancor più complicata dalla particolare conformazione della cisterna sotterranea in fondo alla quale giace il cadavere della ragazza. Michele  Misseri, lo zio reo confesso, balzato agli onori della cronaca di questa penosa vicenda quando, un paio di settimane fa, sostenne di aver ritrovato il telefono cellulare della nipote in mezzo alle sterpaglie di un uliveto, è stato sottoposto a stato di fermo per il reato di omicidio volontario aggravato. Furono gli esami compiuti dai carabinieri del Ris a rivelare che l’oggetto, rinvenuto bruciato e privo di batteria, non poteva essere rimasto in mezzo a quelle foglie per un mese e che, di conseguenza, era stato lì collocato, da poco tempo. Una circostanza, questa, che fece puntare l’attenzione degli investigatori su Michele Misseri. Intanto un gruppo sempre più consistente di persone si è accalcato attorno all’appezzamento di terreno appartenente all’omicida e dal cui pozzo si sta facendo emergere il corpo di Sarah che sarà immediatamente condotto nel laboratorio attrezzato per l’espletamento dell’autopsia. Tra i presenti sono numerosi gli amici della ragazza, nessuno dei quali pare intenzionato a rispondere alle domande dei giornalisti. I carabinieri hanno transennato l’intera area che porta al luogo del ritrovamento.

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