Reggio Calabria. Nel primo pomeriggio di oggi la Squadra Mobile di Reggio Calabria ha eseguito il provvedimento di fermo di indiziato di delitto, emesso in data odierna dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, a firma del Procuratore Aggiunto Michele Prestipino e dei Sostituti Procuratori Giuseppe Lombardo, Marco Colamonici e Beatrice Ronchi, a carico di Antonino Lo Giudice, 51enne nato a Reggio Calabria, in quanto indagato per il delitto di cui all’art. 416 bis, per aver preso parte, insieme ad altre persone, all’associazione mafiosa denominata ‘ndrangheta, operante sul territorio della Provincia di Reggio Calabria, del territorio nazionale ed estero, in particolare, nell’ambito della cosca denominata Lo Giudice, operante nella zona cittadina nord della città, con il ruolo di direzione dell’associazione con compiti di decisione, pianificazione e di individuazione delle azioni delittuose da compiere (estorsioni, usura, omicidi, sequestri di persona), degli obiettivi da perseguire e delle vittime da colpire, impartendo direttive agli associati.
Il provvedimento trova origine nelle dichiarazioni del recente collaboratore di giustizia Consolato Villani, appartenente al sodalizio criminale Lo Giudice, del collaboratore Roberto Moio, arrestato dalla Squadra Mobile il 28.09.2010 nell’ambito dell’operazione “Agathos”, considerato elemento di spicco del clan Tegano, nonché nipote del capo dell’omonima consorteria criminale, il boss Giovanni Tegano, tratto in arresto dalla Squadra Mobile lo scorso mese di aprile, e dei collaboratori di giustizia Maurizio Lo Giudice e Paolo Iannò, nonché attività tecnica e di riscontro della Squadra Mobile di Reggio Calabria.
Il provvedimento è stato emesso considerato anche il pericolo di fuga di Lo Giudice, il quale è già stato associato in serata presso la locale Casa Circondariale a disposizione della Procura della Repubblica di Reggio Calabria.
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