Locri (Reggio Calabria). Giovanni Giorgi, il 28enne di Bovalino che avrebbe dovuto essere ascoltato in qualità di testimone nell’udienza di stamattina del processo sulla faida di San Luca, ha preferito accompagnare il suo gregge di pecore sui monti dell’Aspromonte. E’ quanto hanno accertato i carabinieri giunti presso la casa di Giorgi, dopo esservi stati inviati dai magistrati della Corte d’assise di Locri che lo aspettavano invano all’interno dell’aula di giustizia. Sono stati i parenti del testimone a riferire ai militari dell’Arma che Giorgi si era recato di buon mattino a pascolare il gregge. Una circostanza che ha indotto i magistrati ad ordinare l’accompagnamento coattivo del giovane in occasione della prossima udienza, che si terrà il 19 ottobre. Sulla base di quanto sostenuto dal pubblico ministero, Giorgi era assieme a Giovanni Strangio il 28 dicembre del 2006 quando quest’ultimo fu sorpreso dai carabinieri con una pistola calibro 7.65 e tratto in arresto. Strangio è imputato nel processo, assieme ad altre tredici persone e sul suo capo pende l’accusa di aver ordito la “strage di Duisburg” del 15 agosto 2007 in cui furono assassinate sei persone presso il ristorante “Da Bruno” e della quale sarebbe stato uno degli esecutori materiali. Una carneficina che, secondo gli inquirenti, sarebbe stata organizzata per vendicare l’uccisione della moglie di Giovanni Nirta, Maria Strangio, avvenuta nel pomeriggio di Natale del 2006. Le manette ai polsi di Giovanni Strangio scattarono proprio il giorno dei funerali della vittima, sua cugina. Nel corso dell’udienza di oggi i magistrati della Corte d’assise di Locri sono entrati in possesso dei documenti che attestano che Giovanni Strangio comprò in terra tedesca la Renaul Clio impiegata per raggiungere il luogo in cui si consumò l’eccidio di Duisburg.