Palermo. Sono le 22.30 circa quando la locale Centrale Operativa riceve una telefonata di alcuni condomini di un palazzo di via Maggiore Giuseppe Amari che segnalavano la presenza di alcune persone sospette aggirarsi nei pressi dell’appartamento sito al piano ammezzato dell’edificio, momentaneamente non abitato. Immediatamente una pattuglia della Stazione di Palermo Mezzo Monreale si reca sul posto e nota un gruppo di tre persone passarsi degli oggetti da una finestra dell’appartamento segnalato. I Carabinieri entrano allora nell’appartamento e subito notano la presenza di due persone, una donna ed un uomo, mentre un terzo ragazzo è fuori la finestra dell’appartamento. Alla vista dei militari l’uomo all’interno dell’abitazione scappa repentinamente dalla porta d’ingresso, mentre gli altri due complici vengono bloccati dai Carabinieri.
I due sono stati identificati come Rosalia La Verdera 45enne palermitana e il figlio Emanuele Tomaselli di 19 anni. La donna ha confessato che l’altro uomo era suo marito ed era scappato perché intimorito dai Carabinieri. Da un primo sopralluogo i Carabinieri hanno notato che i tre si erano introdotti all’interno dell’abitazione tramite l’effrazione della finestra utilizzando un piede di porco ed un cacciavite a stella, entrambi rinvenuti nelle vicinanze della finestra. L’abitazione era completamente a soqquadro e i tre ladri stavano trasferendo con un “passamano” la refurtiva dall’appartamento alla macchina parcheggiata fuori, di proprietà del marito. Ed infatti, a seguito di perquisizione veicolare, i Carabinieri hanno rinvenuto tre casse d’orologio, un quadro, un bracciale in oro ed un binocolo, il tutto per un valore di circa 10.000 euro. La madre ed il figlio sono stati perciò condotti in caserma per le formalità di rito mentre sono state attivate le ricerche del marito datosi alla fuga. Dopo poco il marito, identificato come Andrea Tomaselli, di 51 anni anche lui palermitano, si è consegnato spontaneamente ai Carabinieri confermando la sua presenza all’interno dell’appartamento. Dopo qualche ora sono giunti in Caserma i proprietari dell’appartamento i quali hanno riconosciuto la refurtiva che gli è stata restituita. I tre sono stati quindi tratti in arresto con l’accusa di furto in appartamento e sottoposti a rito direttissimo al termine del quale i coniugi sono stati condotti in carcere, mentre il figlio è stato condannato alla misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
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