Reggio Calabria. Sono trascorsi due anni dall’installazione del nuovo impianto d’illuminazione al rione Sbarre Centrali, ventiquattro mesi che hanno visto i nuovi lampioni della luce impiegati soltanto per affiggere volantini e pubblicità, nulla più, le plafoniere della nuova illuminazione di Sbarre, non hanno mai illuminato una strada troppo buia.
La gente non si spiega il motivo per cui ancora non è stata attivata un’importante e ben organizzato impianto di illuminazione, gli abitanti, i negozianti e chiunque passi da lì, di sera, si chiede “ma perché un nuovo ed efficiente impianto d’illuminazione deve restare spento, e continuare a sfruttare la vecchia ed ormai improponibile luce fioca?”.
Ed effettivamente è così, Sbarre al calar del sole è quasi buia, quando potrebbe essere illuminata come tante zone della città che sono state fornite di una nuova illuminazione.
“Il Ministero dell’Interno, con i PON sicurezza, aveva stanziato dei fondi per la pubblica illuminazione e video sorveglianza” spiega Paolo Gatto, neo Assessore (da poco delegato alla manutenzione). “Il progetto – prosegue – è stato realizzato dal Comune, ma le ditte sono state scelte dalla Prefettura. Circa tre mesi fa, una delibera di giunta comunale è stata approvata per la dismissione del vecchio impianto con un protocollo d’intesa tra Ministero e Prefettura. Ad oggi – prosegue Gatto – non si conoscono le motivazioni per le quali il nuovo impianto d’illuminazione di Sbarre non funzioni, si potrebbe proporre di consegnare l’impianto all’Amministrazione Comunale, in modo da fare il possibile per consegnare all’intera comunità un servizio che per due anni è mancato”.
Ben venga l’idea di Paolo Gatto, se serve a “far luce” sul problema prima che si usuri il materiale mai messo in funzione.
Col progetto per la nuova illuminazione di Sbarre, poi, non si tratta solo di migliorare la vista ai passanti: a distanza di circa cento metri, l’una dall’altra, sui pali della luce sono state installate anche le telecamere di video sorveglianza, un occhio vigile a difesa del cittadino.
Mentre invece sono i nuovi piloni che ancora stanno a guardare inermi le vecchie plafoniere.
David Crucitti