Caulonia Marina (Reggio Calabria). Nel primo pomeriggio di ieri, i Carabinieri della Stazione di Caulonia Marina, coadiuvati dai colleghi del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Roccella Jonica, hanno fatto scattare le manette ai polsi di un giovane cauloniense, Carlo Maiolo, di 24 anni, ristoratore, perché accusato di tentata estorsione, danneggiamento aggravato, porto e detenzione di arma comune da sparo e munizioni, spari in luogo pubblico. È la notte del 13 dicembre dell’anno scorso, domenica, e a poche ore dall’inaugurazione, ignoti esplodono 3 colpi di pistola cal. 7.65 all’indirizzo della serranda e della vetrina della paninoteca–kebab “Vado al Massimo”, ubicata in via Castel Vetere di Caulonia Marina. Il gesto desta allarme tra la gente della popolosa frazione Marina della cittadina dell’Alta Locride, ma fin da subito i Carabinieri inquadrano il fatto in un ambito ben definito: si tratta di dissidi di natura commerciale legati alla libera iniziativa economica ed alla concorrenza. Il Maolo, infatti, gestisce, unitamente alla sua famiglia, un ristorante ubicato non molto lontano dalla nuova attività commerciale di piccola ristorazione e da tempo ha esternato il suo “fastidio” relativamente al fatto che, “nella sua zona”, si sta per insediare un nuovo locale che gli crea concorrenza e gli sottrae potenziali clienti. Questo “disappunto” è stato fatto giungere anche alle orecchie dei proprietari della paninoteca i quali, però, legittimamente vogliono realizzare il loro sogno, forti del fatto di essere nel giusto e nel rispetto delle regole della civile convivenza.
Secondo la ricostruzione dei Carabinieri, però, questo loro “affronto” non può essere tollerato e così, nel cuore della notte del giorno dell’inaugurazione, Carlo Maiolo si arma di una pistola e porta a compimento il suo proposito criminoso: spara tre colpi di pistola contro la serranda del locale per intimidire i coniugi Chiera e costringerli a desistere dal realizzare il loro progetto economico. Se vi fosse riuscito il giovane avrebbe realizzato una vera estorsione con un ingiusto profitto (mancata concorrenza) ed altrui danno (per i Chiera). Ma le indagine serrate dei Carabinieri, la vicinanza e la solidarietà espressa alle vittime dalla gente per bene hanno mandato in frantumi i propositi criminosi del giovane ristoratore: già alla vigilia di Natale del 2009 il Maiolo venie colpito da un avviso di garanzia perché, a seguito di una perquisizione, i militari dell’Arma gli rinvengono nell’auto un bossolo esploso dello stesso tipo e calibro di quelli repertati sulla scena del crimine. Le investigazioni vanno avanti ed il Ris di Messina, non solo dimostra che i bossoli rinvenuti sul luogo del delitto e quello trovato al giovane sono stati esplosi dalla stessa pistola, ma anche che i residui di polvere rinvenuti nell’auto del giovane e quelli presenti nei bossoli repertati sono uguali. Queste risultanza vengono immediatamente comunicate al pm presso la Procura di Locri, Rosanna Sgueglia, che ha la direzione delle indagini. Il magistrato presenta una richiesta di misura cautelare che viene accolta dal Gip presso il Tribunale di Locri, D.ssa Capitò che emette un’ordinanza di custodia cautelare. Così nel pomeriggio di ieri i Carabinieri scrivono la parola fine ad un grave episodio di intimidazione e violenza: il giovane Maiolo viene tratto in arresto e, dopo le formalità di rito, viene condotto presso la sua abitazione al regime degli arresti domiciliari.