Gioia Tauro (Reggio Calabria). E’ scattata all’alba di questa mattina un’operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, per la cattura di sei persone, destinatarie di altrettante misure di custodia cautelare in carcere, responsabili in concorso dei reati di usura ed estorsione, emesse dal Gip presso il Tribunale di Palmi, su richiesta della omonima Procura della Repubblica. Gli arrestati, tra cui alcuni gravati da precedenti penali, appartengono per lo più ad uno stesso nucleo familiare di Rosarno, che aveva fatto del prestito usurario un vero e proprio business.
L’operazione, nella cui fase esecutiva sono stati impegnati circa 60 Carabinieri del Comando Provinciale e 20 del Gruppo Operativo Calabria, giunge all’esito di un’indagine (convenzionalmente denominata “Tentacolo”) avviata nello scorso mese di settembre, condotta in particolare dai Carabinieri della Compagnia di Taurianova, diretta dal capitano Giulio Modesti con la collaborazione del tenente Marco Filippi, e diretta dalla Procura della Repubblica di Palmi, ha permesso di appurare l’esistenza di un circuito usurario organizzato ed operante nella zona della piana di Gioia Tauro, in grado di muovere ingenti quantità di denaro e quindi di attirare nel suo raggio d’azione criminale soprattutto imprenditori in difficoltà finanziarie. Questa mattina il procuratore capo Giuseppe Creazzo ha illustrato i dettagli dell’indagine, presso il Comando provinciale dei Carabinieri, alla presenza del comandante del Nucleo investigativo, maggiore Gianluca Vitaliano.
L’indagine è nata da uno stralcio di una precedente attività investigativa, durante la quale i carabinieri hanno casualmente compreso che un imprenditore del settore oleario di Cittanova (RC), le cui difficoltà economiche erano di dominio pubblico, era sotto usura. I carabinieri hanno quindi concentrato l’attenzione sull’imprenditore e su suo fratello, socio in affari, e da diversi accertamenti eseguiti dagli investigatori, tra i quali la perquisizione dell’azienda e delle abitazioni delle due vittime, è emerso che avevano ottenuto prestiti per circa 250.000 euro, da persone legate alla malavita, pagando interessi con un tasso del 120% annuo. L’analisi della documentazione contabile sequestrata dai carabinieri, tra cui copie di scritture private, assegni e cambiali, ha dato una svolta all’indagine, permettendo di stabilire con certezza che i prestiti ottenuti dai due imprenditori agricoli, erano di sicura natura usuraria. Anche se i due imprenditori, probabilmente preoccupati da possibili ritorsioni contro di loro, hanno inizialmente negato di aver ricevuto in prestito denaro a tasso usurario, i carabinieri sono ugualmente riusciti a dimostrarlo, soprattutto con le schiaccianti prove acquisite durante l’esecuzione di servizi di osservazione a distanza, documentati con riproduzioni fotografiche, video e audio, che hanno permesso di cristallizzare gli incontri tra le vittime e gli usurai e di giungere all’esatta identificazione di quest’ultimi. I carabinieri hanno inoltre dato esecuzione a diverse perquisizioni nei confronti di altre 4 persone indagate a piede libero, appartenenti alla rete usuraria, anche se con ruoli minori.
I nomi dei sei arrestati:
- Pasquale Calia, 68 anni
- Giovanni Pasquale Spanò, 65 anni
- Carmelo Stanganelli, 62 anni
- Domenico Stanganelli, 45 anni
- Domenico Stanganelli, 34 anni
- Antonio Zangari, 62 anni