Reggio Calabria. Realizzata dall’Amministrazione insieme all’Imep, all’Aspic ed alla cooperativa sociale “Happy Days” (queste ultime costituitesi in Ati), l’attività si è tenuta, per un periodo di anno ed in via sperimentale, in cinque circoscrizioni pilota (precisamente la IV, V, VI, XIII e XV) avendo come priorità la creazione di una rete tra gli attuatori dei servizi pubblici e privati e gli enti locali per perseguire differenti finalità con destinatari principali le famiglie residenti nel territorio di riferimento.
Accoglienza, informazione, orientamento, analisi dei bisogni dell’utenza, attivazione e promozione di reti sociali, sviluppo ed incremento dei programmi di inclusione sociale già esistenti: questi in estrema sintesi gli obiettivi generali ramificati, poi, in obiettivi specifici che potessero dar vita ad adeguati “progetti di famiglia” nei quali l’Ente ha investito.
“Si tratta – ha dichiarato l’assessore Minasi – di una forma d’intervento che ha voluto far leva sulle risorse del nucleo familiare per incrementare il suo potenziale tramite, ad esempio, percorsi di studio, formazione ed orientamento al lavoro facendo emergere e quindi mettendo in atto tutte le risorse dei componenti cosicché, al termine del progetto, la famiglia potesse continuare a camminare da sola, divenendo essa stessa promotrice del proprio benessere e del suo processo di crescita. In altre parole valorizzazione ed attivazione piuttosto che un approccio assistenzialista: un sostegno che si proponesse sia in termini quantitativi che in termini qualitativi, tale da far intraprendere un nuovo e decisivo desiderio di cambiamento nei nuclei familiari coinvolti. Basti pensare che, le risorse finanziarie messe a disposizione dal ‘progetto famiglia’ hanno permesso ad alcuni componenti di diversi nuclei familiari di uscire dalla precarietà occupazionale attraverso la stipula di un contratto lavorativo a tempo indeterminato. Siamo di fronte – prosegue l’assessore alle Politiche Sociali – ad un modello d’intervento concreto, un sistema vincente proprio per il suo allontanamento dal canone del mero assistenzialismo. E’ dunque nostra ferma volontà ampliare questa tipologia di progetto sull’intero territorio comunale, alla luce del ruolo particolare che, nella comunità, la famiglia riveste. I bisogni di quest’ultima, infatti, da sempre catalizzano l’attenzione dell’assessorato e dell’Amministrazione, in quanto essa è considerata la cellula base della società, il luogo dove prende vita l’educazione e la formazione dei ragazzi e dove si cominciano ad apprendere le nozioni fondamentali di rispetto delle regole, convivenza, dialogo e confronto: tutti valori necessari per una crescita sana dei nostri futuri cittadini. Ecco perché – conclude la Minasi – è importante che la famiglia venga aiutata in maniera proficua ed utile, poiché anche per le Istituzioni è rilevante poter contare su nuclei familiari capaci di contribuire con le loro forze allo sviluppo generale della comunità”.
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