Reggio Calabria. A conclusione di una complessa e articolata attività d’indagine, personale della Sezione catturandi della Squadra Mobile, diretta dal vice questore aggiunto Fabio Catalano con il coordinamento del primo dirigente Renato Cortese e del suo vice Diego Trotta, in esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Reggio Calabria, Vincenzo Pedone, in accoglimento della richiesta di applicazione di misura cautelare formulata dal pm Marco Colamonici della Procura della Repubblica – Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, ha tratto in arresto, nella mattinata di oggi, Marco Bruno De Salvo, pescatore di 64 anni, con pregiudizi di polizia per analogo reato, poiché ritenuto responsabile del reato di procurata inosservanza di pena, nei confronti del latitante Giovanni Scappatura, di 44 anni, irreperibile dal maggio 1996, inserito nell’elenco dei 100 latitanti più pericolosi a livello nazionale stilato dal Ministero dell’Interno. Scappatura deve scontare la condanna all’ergastolo per omicidio, su di lui pende un ordine di esecuzione emesso il 9.11.2004 dalla Procura Generale della Repubblica di Reggio Calabria.
La brillante indagine conclusasi questa mattina, che è stata avviata da diversi mesi per la cattura di Scappatura, ha fatto emergere il ruolo di primo piano svolto nel corso degli anni da Marco Bruno De Salvo nel garantire il sostentamento economico al latitante mediante la gestione dei conti correnti della madre del medesimo, da anni apparentemente scomparsa, ma secondo le indagini verosimilmente vivente in clandestinità assieme al figlio ricercato. Infatti è stato accertato come il De Salvo, con diverse modalità, sia riuscito nel corso degli anni a consegnare, incessantemente e con cadenza regolare, cospicue somme di denaro alla donna e allo stesso ricercato Giovanni Scappatura, cercando, nello stesso tempo, sistematicamente, di eludere le investigazioni di polizia tendenti a rintracciare il latitante e il suo nascondiglio.
Ciò ha determinato anche un importante vantaggio per il clan mafioso dei “Barreca” al quale il ricercato è considerato affiliato con un ruolo di primo piano. L’arrestato, dopo le formalità di rito, è stato associato alla casa circondariale di Reggio Calabria, a disposizione dell’autorità giudiziaria.