Vibo Valentia. I giudici del Tribunale di Vibo Valentia hanno depositato le motivazioni della sentenza relativa al processo celebrato in seguito alla morte di Federica Monteleone. La ragazza di 16 anni morì nel dicembre del 2007 al termine di un intervento chirurgico di appendicectomia praticatole all’ospedale “Jazzolino”. Il primo grado di giudizio si è chiuso il 22 luglio scorso con la condanna di otto persone, cui sono state inflitte pene comprese tra un anno e quattro mesi e due anni di carcere. Secondo quanto scritto dai magistrati nelle motivazioni rese note oggi, Federica Monteleone patì le tragiche conseguenze a livello cerebrale a causa di una complicazione di natura cardiaca “inducente un difetto di circolo ematico dovuto ad un problema di ventilazione della paziente”. Si precisa, tuttavia che “Il Collegio ha riconosciuto la penale responsabilità di quasi tutti gli imputati tratti a giudizio, con ciò ritenendo di aver conseguito un sufficiente grado di certezza innanzitutto in ordine alle cause che determinarono il danno cerebrale irreversibile e, di seguito, la morte. Ma i risultati della prova, è bene dirlo, non hanno condotto a certezza alcuna sulle cause che ebbero a determinare l’interruzione della corrente elettrica in sala operatoria, evenienza che ha comportato, a cascata, non pochi problemi in punto accertamento della causa del danno anossico cerebrale su Federica Monteleone”. Quando terminò il black out all’interno della sala operatoria “Federica manifestò una bradicardia sicuramente preesistente ,ma progressivamente ingravescente, che precipitò di lì a breve, nonostante le iniezioni di atropina, nell’arresto cardiaco. Ciò significa che la causa della bradicardia era precedente ma, è questo il punto, persistette sì da renderla più accentuata nel periodo successivo al ripristino della corrente elettrica, conducendo rapidamente all’arresto cardiaco che ebbe a risolversi solo dopo la sostituzione del tubo orotracheale. E’ questo, ad avviso del Collegio, un profilo fattuale certo, estremamente significativo nell’individuazione del percorso causale che determino’ il danno cerebrale e quindi il decesso di Federica Monteleone”. Il Collegio giudicante, peraltro, ha precisato che “è certo ed indiscutibile che Federica Monteleone, del tutto contrariamente a quanto sostenuto da questi testi, non venne mai lasciata sola in quella sala operatoria”.
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