Brancaleone. Mancano i soldi: a rischio l’attività del Centro Recupero Tartarughe Marine

Brancaleone (Reggio Calabria). Qualche tempo fa, Filippo Benavoli, presidente dell’Associazione ambientalista “Naturalmente Brancaleone”, aveva lanciato un appello alle istituzioni per salvare il Centro Recupero Tartarughe Marine ubicato nella cittadina jonica reggina. Il motivo della preoccupazione di Benavoli è legato al mancato finanziamento del progetto sul quale sono state riposte molte speranze per la cura e la salvaguardia della tartarughe marine Caretta caretta, cheloni che, secondo gli esperti, si stanno lentamente avviando alla loro estinzione. L’augurio della gente di Brancaleone e della Calabria intera (è l’unico centro della regione) è quello che la struttura possa continuare a sopravvivere nelle sue funzioni istituzionali perché, oltre a rappresentare una splendida realtà nel territorio, è diventata un punto di riferimento per lo studio sistematico della biodiversità marina nonché volano di attrazione turistica e di ricerca anche nel campo scolastico. Infatti, molti insegnanti, nell’elaborazione dei loro POF, hanno inserito specifiche tematiche in merito, per far conoscere agli alunni questo affascinante mondo della natura con il precipuo scopo di educarli ad avere un buon rapporto con questi simpatici animali. Di fatto, durante le attività scolastiche, nella programmazione delle viste guidate, il Centro è meta continua di scolaresche provenienti da ogni parte della regione e di quelle limitrofe. Il Centro funziona ormai, senza soluzione di continuità, da oltre cinque anni ed è operativo tutti i mesi dell’anno. E’ ubicato al centro del paese nei locali dell’ex Stazione Ferroviaria adattati per la circostanza. Dispone di uno studio veterinario idoneo ad eseguire  interventi di tipo strettamente sanitario ed il rilevamento di campioni di materiale biologico necessario per studi di approfondimento. La sala operatoria è dotata di strumentazione chirurgica con annessa sala di apparecchiatura radiografica e attigua camera oscura. Accanto all’ambulatorio si trova l’area vasche di stabulazione: la saletta quarantena con tre vasche di stabulazione e la sala, aperta ai visitatori, con le vasche per la degenza. Tutte le vasche sono dotate di sistemi di circolazione dell’acqua di mare con idoneo sistema di depurazione. Gli obiettivi che si prefigge il Centro è quello di attuare sul territorio le misure e le azioni necessarie per la conservazione della tartaruga Caretta caretta e delle altre specie di tartarughe marine che occasionalmente attraversano il Mediterraneo meridionale. Vengono, quindi, realizzati interventi coordinati riguardanti il recupero e la cura di esemplari catturati accidentalmente, la sperimentazione e l’applicazione di sistemi di pesca a basso impatto coinvolgendo i pescatori sensibili a queste iniziative. Infine, il Centro, è dotato di un’area multimediale interna al Centro stesso accessibile gratuitamente. Si spera, ora, che chi di competenza intervenga il più presto possibile visto che, in oltre cinque anni di attività, sono state salvate circa cento tartarughe in difficoltà, la cui morte sarebbe stata certa senza l’intervento del centro.

Agostino Belcastro

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