‘Ndrangheta. Le dichiarazioni di Nino Lo Giudice e Villani che accusano Antonio Cortese

Reggio Calabria. Cadono come macigni le dichiarazioni del neo-pentito Nino Lo Giudice, il presunto boss dell’omonima cosca, su Antonio Cortese, l’uomo fermato questa mattina dagli agenti della Squadra Mobile di Reggio Calabria che hanno operato congiuntamente a quelli appartenenti alla Mobile di Trieste e alla Polizia di frontiera. Durante il primo interrogatorio, avvenuto il 13 ottobre scorso, Nino Lo Giudice ha affermato che Cortese non era affiliato alla ‘ndrangheta, pur essendo a lui molto legato, e che non gli risultava il suo coinvolgimento in attentatati dinamitardi.
Il giorno dopo, il 14 ottobre, però, Nino Lo Giudice ha fornito spontaneamente agli inquirenti particolari diversi, anzi diametralmente opposti. Particolari che si sono trasformati in vere e proprie accuse nei confronti di Antonio Cortese e che sono perfettamente collimanti con le dichiarazioni rese precedentemente dal pentito Consolato Cosimo Villlani. Nino Lo Giudice ha dichiarato al pubblico ministero che ha personalmente incaricato Antonio Cortese di collocare l’ordigno fatto esplodere, il 3 gennaio 2010, dinanzi alla sede della Procura Generale reggina nonché quello che ha distrutto, il 26 agosto scorso, il portone dell’abitazione del procuratore generale Salvatore Di Landro. Antonio Cortese, secondo quanto ha sostenuto il neo-collaboratore di giustizia, avrebbe posizionato personalmente, sempre su suo incarico, anche il bazooka lasciato a poche centinaia di metri dalla sede della Procura della Repubblica il 5 ottobre scorso. Ancora, Antonio Cortese, sempre secondo Nino Lo Giudice, è affiliato in toto all’omonima consorteria criminale e in diverse occasioni è stato incaricato proprio dal presunto boss di compiere attentati contro titolari di esercizi commerciali reggini. In particolare quello in cui è andata distrutta la saracinesca del bar “Villa Arangea” e quello perpetrato ai danni della pescheria “Umberto”, ubicata in Via Aschenez n° 191, il 16 aprile del 2006. Quest’ultimo attentato vede coinvolto anche il pentito Cosimo Villani. Villani stesso infatti, durante un interrogatorio ha affermato:” Siamo andati a fare un attentato insieme a una pescheria che si trova nelle vicinanze del Tribunale di Piazza Castello…, prima c’è il Blockbuster là quello delle videocassette che si affittano, ancora prima…c’è una pescheria, là siamo andati io e Antonio Cortese e abbiamo piazzato una bomba… se non mi sbaglio tre anni fa… circa tre anni fa”.

Angela Panzera

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