Messina. Costringe il figlio a chiedere l’elemosina, arrestato dai Carabinieri

Messina. Nella mattinata di mercoledì 20 ottobre scorso militari del Norm della Compagnia Carabinieri di Milazzo hanno tratto in arresto contestando il reato di riduzione in schiavitù il cittadino romeno G. M. Il romeno, senza fissa dimora e disoccupato, è stato colto mentre obbligava il figlio minore a chiedere l’elemosina nella centralissima via San Giovanni di Milazzo, all’esterno di un esercizio commerciale. I militari intervenuti, di servizio in abiti civili, avendo notato il bambino di appena sette anni seduto sul marciapiede umido per le copiose precipitazioni dei giorni precedenti e colpiti da tale situazione, svolgendo un più attento controllo, hanno individuato l’uomo, appoggiato ad un muro a poca distanza da dove si trovava il bambino, intento a sorvegliarlo ed ad indicargli a quali passanti rivolgersi per chiedere l’elemosina. Visto ciò gli operanti sono intervenuti per identificare il soggetto ed il minore, poi risultato essere suo figlio. Nella circostanza il padre del bambino ha prima rifiutato di fornire le proprie generalità o alcun documento di riconoscimento e ha poi tentato di opporsi ai militari che cercavano di condurlo in caserma per gli accertamenti di rito.
A seguito dell’identificazione completa del soggetto e di ulteriori approfondimenti è emerso che era già stato denunciato a piede libero da militari dello stesso reparto in due precedenti occasioni, precisamente l’8 ed il 15 settembre scorso, per il reato di cui all’art. 600 octies, “Impiego di Minori nell’accattonaggio”. Desta infatti grave allarme sociale il fenomeno dell’accattonaggio condotto da minori, soprattutto di etnia rom, per le strade del centro di Milazzo e già in più circostanze i militari del Norm hanno provveduto ad identificare, oltre ai minori, soprattutto i genitori che si servivano di loro per questa turpe attività, contestando appunto il reato di cui al 600 octies.
Nel caso in parola, trattandosi di un soggetto già recentemente e più volte denunciato per la stessa fattispecie, esaminata anche la sua pericolosità, desunta dai precedenti penali, e la gravità del fatto derivante da una continuazione del reato tale da palesarsi la situazione prospettata dalla lettera dell’art. 600, visto che l’uomo con una condotta reiterata ha obbligato il figlio minore all’accattonaggio, peraltro con l’abuso dei poteri connessi all’esercizio della patria potestà, considerato anche il pericolo di fuga del soggetto, il quale trova dimora in alcune baracche site sulla riviera di Ponente, insieme ad altri persone dello stesso gruppo etnico, i militari lo hanno arrestato, associandolo poi al carcere di Messina Gazzi a disposizione della Procura della Repubblica di Barcellona P.G.. Il minore è stato affidato alla madre, anch’essa peraltro già denunciata per analoghe vicende, in attesa delle decisioni della competente autorità giudiziaria presso il Tribunale dei Minorenni.
Il Gip presso il Tribunale di Barcellona il successivo 23 ottobre, nel convalidare l’operato dei Carabinieri, ha qualificato diversamente il reato ravvisando nella condotta gli estremi dell’art. 572 C.P. ed escludendo quindi la soggezione priva di soluzione di continuità che dovrebbe ravvisarsi nella riduzione in schiavitù e dunque riconducendo quanto riscontrato nell’ambito dei maltrattamenti in famiglia. A seguito di ciò il Gip ha emanato una misura di custodia cautelare in carcere idonea ad impedire il reiterarsi degli abusi nei confronti del minore, immediatamente eseguita dai militari.
L’arresto scaturisce come sempre da un’attenta opera di vigilanza dei Carabinieri i quali con perseveranza hanno potuto ricostruire gli abusi, contestandoli in più informative di reato che sono servite poi a documentare la continuazione del reato. Ponendo attenzione anche al fenomeno dell’elemosina, i Carabinieri contrastano situazioni tali che, dietro una semplice turbativa della percezione di sicurezza derivante dall’accattonaggio nascondono spesso, come in questo caso, ben più gravi situazioni di sfruttamento e violenze verso i minori e più in generale nell’ambito del ristretto nucleo familiare.

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