‘Ndrangheta. Cortese si voleva costituire, il legale riferisce di accordi col Procuratore di Catanzaro

Reggio Calabria. Questa mattina, presso la casa circondariale di Trieste, in sede di udienza di convalida del fermo di Antonio Cortese, uno dei suoi legali di fiducia, l’avvocato Giuseppe Nardo, ha confermato davanti al gip che vi erano precisi accordi con il procuratore capo della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Lombardo, che il suo assistito si sarebbe consegnato alle autorità inquirenti ieri, venerdì 22 ottobre. Il legale, che sostiene la difesa di Cortese insieme al collega avvocato Domenico Neto, ha ribadito che non vi era alcuna intenzione da parte del suo assistito di darsi alla fuga, tant’è che è documentalmente provato che lo stesso Cortese, rientrando dalla Romania, era diretto a Reggio Calabria.
Antonio Cortese, il 48enne commerciante di frutta e verdura e titolare di una profumeria gestita dalla moglie, ha risposto alle domande, ha escluso qualsivoglia coinvolgimento nei fatti criminosi che gli vengono addebitati dai due pentiti, Nino Lo Giudice e Cosimo Villani, e ritiene di dover ulteriormente chiarire la propria posizione davanti agli organi inquirenti preposti.
I legali di Cortese hanno contestato dunque la validità del fermo, sul presupposto che mancasse il requisito del pericolo di fuga. Si attende adesso, a breve, la decisione del giudice, il presidente gip Raffaele Morvay.

Fabio Papalia

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