Operazione Geremia. Il “re dei videopoker” alla sbarra: Gioacchino Campolo rinviato a giudizio con moglie figli e dipendenti

Reggio Calabria. La partita più importante se la “giocheranno” davanti alla prima sezione del Tribunale, Gioacchino Campolo e la sua famiglia, moglie e figli, e alcuni dei suoi dipendenti. Ieri il gup Carlo Sabatini, dopo la camera di consiglio, ha accolto parzialmente la richiesta del pm Beatrice Ronchi, ed ha disposto che gli imputati dovranno comparire davanti al Tribunale. I reati contestati sono più d’uno: innanzitutto l’attività illecita di gioco d’azzardo che Gioacchino Campolo, il “re dei videogiochi” finito in manette il 13 gennaio 2009 nell’ambito dell’Operazione Geremia condotta dalla Guardia di Finanza, avrebbe svolto con alcuni dei suoi più fidati collaboratori; l’intestazione fittizia di beni, a favore di moglie e figli, che Campolo avrebbe commesso allo scopo di impedirne un eventuale sequestro in futuro; riciclaggio che Campolo avrebbe compiuto investendo in diverse società notevoli somme di denaro, la cui provenienza non è stata documentata e che secondo l’accusa dovrebbe quindi ritenersi provento di attività illecite.
Nel corso dell’udienza preliminare i difensori di Campolo, gli avvocati Francesco Calabrese e Giovanni De Stefano, hanno chiesto il proscioglimento. Il gup Sabatini ha rinviato a giudizio gli imputati (Gioacchino Campolo, Cristofaro Assumma, Francesco Di Renzo, Antonio Morabito, Massimo Giovanni Bertolino, Filippo Padellaro, Salvatore Giuseppe Gatto, Renata Danila Gatto, Ivana Campolo, Demetrio Campolo, Adriana Campolo, Italo Carnevale, Massimo Carnevale) per tutte le contestazioni che gli vengono mosse, tranne alcune ipotesi di trasferimento di beni, dichiarate prescritte.

Fabio Papalia

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