Reggio Calabria. Il Questore della provincia di Reggio Calabria, Carmelo Casabona, ha revocato al sig. Consolato Romolo, reggino di 52 anni, titolare dell’omonima armeria situata in via Vecchia Pentimele, nella zona nord della città, la licenza per la vendita al minuto di armi comuni da sparo, armi antiche, artistiche e rare, da punta e da taglio, in seguito ad appositi controlli dei poliziotti della Divisione Amministrativa, che hanno accertato irregolarità nella tenuta dei registri di carico e scarico di armi e munizioni.
In particolare, è stata riscontrata la detenzione, per fini di commercio, di quantitativi di polvere da sparo superiore a quelli autorizzati. Inoltre, è stato accertato che numerose armi da fuoco sono più volte transitate da e per l’armeria verso soggetti successivamente coinvolti in rilevanti azioni criminali. Questi trasferimenti, apparentemente privi di logica, hanno di fatto reso possibile la disponibilità di un notevole numero di armi demilitarizzate ma, comunque, di notevole potenziale offensivo, da parte di soggetti coinvolti in rilevanti azioni criminali, fra i quali Antonio Cortese, recentemente sottoposto a fermo dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria per gravissime ipotesi di reato. In particolare, l’armeria Romolo è la stessa armeria nella quale recentemente furono sequestrate 11 armi, tra cui fucili da caccia modello Kalashnikov, che secondo quanto raccontato agli inquirenti dal collaboratore di Giustizia Antonino Lo Giudice, boss pentito dell’omonima cosca, sarebbero state nella disponibilità della stessa cosca. Un elemento questo, ancora al vaglio degli inquirenti, i quali stanno ponderando la posizione dell’armiere, il quale ha spiegato di essere all’oscuro di quanto affermato da Lo Giudice, e che le armi erano state da lui regolarmente acquistate. Proprio in seguito a questa vicenda, e ancora qualche tempo prima dopo la rapina compiuta in un’altra armeria reggina, con un bottino per i malviventi di ben 14 pistole, il Questore aveva disposto un giro di vite sull’applicazione delle regole in materia.
Il Romolo, secondo la valutazione operata dal Questore, ha dimostrato colpevole superficialità e negligenza nella conduzione di un’attività altamente sensibile per le indubbie ripercussioni sulla sicurezza pubblica e che necessita di particolare attenzione, soprattutto nella nostra provincia caratterizzata da alto tasso di criminalità.
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